Coronavirus e giochi: "Fatturato piemontese giù del 40%"
A rischio anche numerosi posto di lavoro

A causa dei periodi di sospensione dell’attività dovuti all’emergenza Covid gli operatori del settore giochi hanno subito «gravissime contrazioni del fatturato». È quanto spiega la Cgia Mestre nell’appendice al focus sulla legge piemontese contro la ludopatia.
Coronavirus e giochi
Il comparto del gioco, si legge, «è stato uno dei più colpiti dalla grave emergenza sanitaria e dai conseguenti provvedimenti di contenimento» e ha vissuto una chiusura prolungata rispetto ad altre attività economiche. I tre mesi di stop totale da marzo a giugno (quando è iniziata la graduale riapertura), e l’ulteriore chiusura disposta con i dpcm del 24 ottobre e del 3 novembre danno luogo a due possibili ipotesi: «Nello scenario ottimistico, la riduzione del fatturato medio sfiora il 40%, mentre quello pessimistico raggiunge il 45%» rispetto a quello del 2019. A questo si aggiungono ulteriori fattori di criticità: una «forte incertezza» per il futuro, «l’impossibilità di coprire i costi fissi», vista la contrazione senza precedenti del fatturato, «l’obbligo di investire nella propria azienda», in vista dell’adeguamento degli apparecchi alle variazioni di Preu e payout, e «la difficoltà di ottenere finanziamenti dagli istituti di credito».