Contrasto allo sfruttamento della prostituzione gestita da cinesi: 88 denunce, due arresti e 26 immobili sequestrati

Contrasto allo sfruttamento della prostituzione gestita da cinesi: 88 denunce, due arresti e 26 immobili sequestrati
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NOVARA, Un volume d’affari stimato e interrotto quantificabile in circa 1.700.000 euro. Non solo: 39 persone denunciate e sequestro preventivo di 11 centri massaggi nella prima tranche dell’indagine, 2 arresti, altre 49 persone denunciate (complessivamente dunque 88), sequestro preventivo di 15 immobili (26 complessivi) e sei misure cautelare emesse dall’Autorità giudiziaria nella seconda parte.

Sono i risultati di una lunga e articolata indagine portata avanti da oltre un anno dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia CC di Novara. Stamani, sabato 11 giugno, al comando provinciale dell’Arma, il comandante della Compagnia di Novara, maggiore Silvio Mele, e il tenente Domenico Cerminara, comandante del Nucleo operativo radiomobile (foto Martignoni), hanno illustrato l’intero risultato dell’indagine.

Un’inchiesta mirata al monitoraggio, intervento e disarticolazione del fenomeno dello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione cinese a Novara e nei comuni limitrofi.

Nell’aprile del 2015 aveva avuto termine la prima operazione a Novara, che aveva portato alla chiusura di tutti i centri massaggi cinesi presenti in città. L’efficacia e la bontà dell’attività repressiva portata avanti è stata confermata dal fatto che, a distanza di oltre un anno, a Novara non risulta più attivo alcun centro massaggi cinese di nuova apertura o riconducibile alle precedenti gestioni. La criminalità cinese, come più volte indicato anche dalla Direzione Investigativa Antimafia nelle periodiche relazioni al Parlamento, trae principale sostentamento dalla contraffazione, dall’immigrazione clandestina ed appunto dalla prostituzione. A Novara tentava quindi di ovviare all’azione di contrasto della Polizia Giudiziaria spostando il meretricio all’interno di ‘case di appuntamento’ private. 

Una modalità di esercizio della prostituzione che ricalcava le procedure dei ‘centri massaggi’. Osservando la particolare mutevolezza di questo specifico settore criminale, i militari della Compagnia CC di Novara hanno quindi esteso l’attività d’indagine alle “case di appuntamento” private. Sono state così censite 16 abitazioni in Novara e 1 a Oleggio. Delle 17 “case di appuntamenti” cinesi risultanti attive nel territorio della Compagnia CC di Novara, ben 12 sono risultate luoghi di consumazione di reati per cui si è proceduto allo loro chiusura e al deferimento all’Autorità giudiziaria delle persone ritenute responsabili. Contemporaneamente i militari sono intervenuti in 3 “centri massaggi” ancora attivi a Trecate e Bellinzago, non interessati nella prima parte dell’operazione. Anche questi, operanti illegalmente quali “case di prostituzione” in violazione della cosidetta “Legge Merlin”, sono stati sottoposti a sequestro mediante sigillatura dei locali. Considerevoli poi le somme di denaro contante rinvenute e sottoposte a sequestro.

Un’indagine che ha evidenziato, tra l’altro, come la maggior parte delle prostitute cinesi coinvolte in questi appartamenti provenisse dalla zona del Liaoning, a nord della Cina.

Per portare avanti le attività, le persone coinvolte hanno anche dato vita a veri e propri call center, dove, da remoto, una persona gestiva il flusso delle chiamate dei clienti, poi indirizzati verso le case di appuntamento più vicine.

Monica Curino 

NOVARA, Un volume d’affari stimato e interrotto quantificabile in circa 1.700.000 euro. Non solo: 39 persone denunciate e sequestro preventivo di 11 centri massaggi nella prima tranche dell’indagine, 2 arresti, altre 49 persone denunciate (complessivamente dunque 88), sequestro preventivo di 15 immobili (26 complessivi) e sei misure cautelare emesse dall’Autorità giudiziaria nella seconda parte.

Sono i risultati di una lunga e articolata indagine portata avanti da oltre un anno dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia CC di Novara. Stamani, sabato 11 giugno, al comando provinciale dell’Arma, il comandante della Compagnia di Novara, maggiore Silvio Mele, e il tenente Domenico Cerminara, comandante del Nucleo operativo radiomobile (foto Martignoni), hanno illustrato l’intero risultato dell’indagine.

Un’inchiesta mirata al monitoraggio, intervento e disarticolazione del fenomeno dello sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione cinese a Novara e nei comuni limitrofi.

Nell’aprile del 2015 aveva avuto termine la prima operazione a Novara, che aveva portato alla chiusura di tutti i centri massaggi cinesi presenti in città. L’efficacia e la bontà dell’attività repressiva portata avanti è stata confermata dal fatto che, a distanza di oltre un anno, a Novara non risulta più attivo alcun centro massaggi cinese di nuova apertura o riconducibile alle precedenti gestioni. La criminalità cinese, come più volte indicato anche dalla Direzione Investigativa Antimafia nelle periodiche relazioni al Parlamento, trae principale sostentamento dalla contraffazione, dall’immigrazione clandestina ed appunto dalla prostituzione. A Novara tentava quindi di ovviare all’azione di contrasto della Polizia Giudiziaria spostando il meretricio all’interno di ‘case di appuntamento’ private. 

Una modalità di esercizio della prostituzione che ricalcava le procedure dei ‘centri massaggi’. Osservando la particolare mutevolezza di questo specifico settore criminale, i militari della Compagnia CC di Novara hanno quindi esteso l’attività d’indagine alle “case di appuntamento” private. Sono state così censite 16 abitazioni in Novara e 1 a Oleggio. Delle 17 “case di appuntamenti” cinesi risultanti attive nel territorio della Compagnia CC di Novara, ben 12 sono risultate luoghi di consumazione di reati per cui si è proceduto allo loro chiusura e al deferimento all’Autorità giudiziaria delle persone ritenute responsabili. Contemporaneamente i militari sono intervenuti in 3 “centri massaggi” ancora attivi a Trecate e Bellinzago, non interessati nella prima parte dell’operazione. Anche questi, operanti illegalmente quali “case di prostituzione” in violazione della cosidetta “Legge Merlin”, sono stati sottoposti a sequestro mediante sigillatura dei locali. Considerevoli poi le somme di denaro contante rinvenute e sottoposte a sequestro.

Un’indagine che ha evidenziato, tra l’altro, come la maggior parte delle prostitute cinesi coinvolte in questi appartamenti provenisse dalla zona del Liaoning, a nord della Cina.

Per portare avanti le attività, le persone coinvolte hanno anche dato vita a veri e propri call center, dove, da remoto, una persona gestiva il flusso delle chiamate dei clienti, poi indirizzati verso le case di appuntamento più vicine.

Monica Curino