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Coniugi morirono avvelenati dai funghi raccolti vicino a casa: nessuna colpa per il badante

NOVARA, Assoluzione, giovedì pomeriggio in Tribunale a Novara, per Vincenzo Mezzatesta.
La vicenda al centro dell'udienza, un processo con rito abbreviato, è quella relativa alla morte per avvelenamento da funghi di due coniugi, entrambi 67enni, Antonio Russo e Maria Di Bella, che abitavano in via Spreafico. L'episodio era avvenuto a fine ottobre 2015. La sera del 31, marito e moglie si erano sentiti male dopo aver mangiato alcuni funghi raccolti dal badante, a quanto risulta su suggerimento del 67enne, in un’area verde a ridosso della pista ciclabile di via Monte San Gabriele. L’uomo, rimasto poi vittima di quei funghi, pare fosse esperto e aveva pensato fossero commestibili. A ingannarlo, probabilmente, una particolare fase di sviluppo del fungo, che aveva convinto il 67enne che non si trattasse di un fungo velenoso. E quindi a indicare a Mezzatesta di raccoglierli.
La Procura contestava a Mezzatesta l'omicidio colposo, una negligenza nell'aver raccolto quei funghi. Il pm ha chiesto 9 mesi, il difensore, l'avvocato Giuseppe Brusorio, l'assoluzione.
"Quei funghi li aveva raccolti - ha sostenuto il legale - su richiesta dell’amico, dell’anziano che accompagnava, che se ne intendeva. Li aveva indicati l'uomo. Al mio assistito non si può addebitare alcuna responsabilità". Così ha ritenuto il giudice, che ha assolto Mezzatesta.
MO.c.
NOVARA, Assoluzione, giovedì pomeriggio in Tribunale a Novara, per Vincenzo Mezzatesta.
La vicenda al centro dell'udienza, un processo con rito abbreviato, è quella relativa alla morte per avvelenamento da funghi di due coniugi, entrambi 67enni, Antonio Russo e Maria Di Bella, che abitavano in via Spreafico. L'episodio era avvenuto a fine ottobre 2015. La sera del 31, marito e moglie si erano sentiti male dopo aver mangiato alcuni funghi raccolti dal badante, a quanto risulta su suggerimento del 67enne, in un’area verde a ridosso della pista ciclabile di via Monte San Gabriele. L’uomo, rimasto poi vittima di quei funghi, pare fosse esperto e aveva pensato fossero commestibili. A ingannarlo, probabilmente, una particolare fase di sviluppo del fungo, che aveva convinto il 67enne che non si trattasse di un fungo velenoso. E quindi a indicare a Mezzatesta di raccoglierli.
La Procura contestava a Mezzatesta l'omicidio colposo, una negligenza nell'aver raccolto quei funghi. Il pm ha chiesto 9 mesi, il difensore, l'avvocato Giuseppe Brusorio, l'assoluzione.
"Quei funghi li aveva raccolti - ha sostenuto il legale - su richiesta dell’amico, dell’anziano che accompagnava, che se ne intendeva. Li aveva indicati l'uomo. Al mio assistito non si può addebitare alcuna responsabilità". Così ha ritenuto il giudice, che ha assolto Mezzatesta.
MO.c.