Canoista muore inghiottito dalle acque

CANNOBIO - E’ finito sott’acqua, bloccato con la canoa tra le rocce. E’ morto così, inghiottito dalle acque della forra, Peter Wia, cinquantaseienne tedesco in vacanza in questi giorni sul lago Maggiore. A nulla sono valsi i disperati tentativi di liberarsi da quella morsa che lo aveva imprigionato. Il dramma si è consumato martedì intorno alle 16.30 alle porte di Cannobio, nei pressi dell’Orrido di Sant’Anna. Wia, in compagnia di tre amici, da Ponte Socraggio aveva deciso di ridiscendere il torrente Cannobino lungo un percorso classico e molto conosciuto dagli appassionati di questa disciplina. La prima parte della discesa non ha riservato problemi, le difficoltà si sono però evidenziate più a valle, laddove il fiume s’incunea in una stretta gola con le acque che si fanno strada con forza tra i sassi: qui, forse a causa di una manovra sbagliata, Peter Wia è rimasto incastrato tra due massi finendo con la canoa sott’acqua. Anche due dei compagni hanno incontrato serie difficoltà in questo tratto della discesa. E’ stato il quarto componente del gruppetto a raggiungere subito la riva per allertare i soccorsi. I due canoisti sono stati tratti in salvo poco dopo dalle squadre del soccorso alpino della Valle Cannobina, intervenute con gli specialisti dell’unità forre: per Wia purtroppo non c’è stato invece più nulla da fare. La salma è stata recuperata solo in tarda serata e trasportata all’obitorio dell’ospedale Castelli di Verbania. Questo di martedì non è che l’ultimo incidente avvenuto in questo tratto di fiume. Il 26 aprile di due anni fa fra queste rocce era rimasto incagliato un trentottenne di Praga. Bloccato nella stretta gola per più di un’ora, dopo che si era ribaltato con la canoa, era stato però tratto in salvo dai soccorritori: per lui solo un brutto spavento. Stesso luogo ma una sorte peggiore quella che invece è toccata a Peter Wia, a cui il destino ha riservato una tragica fine. E sono stati giorni di superlavoro, questi di inizio settimana, per il soccorso alpino della Valle Cannobina. Gli uomini coordinati da Raffaele Gentilini erano già intervenuti lunedì sera a Falmenta per rintracciare una bimba tedesca di sei anni che si era allontanata dalla baita, per un giretto nei paraggi. I genitori della piccina, preoccupati per l'avvicinarsi dell'oscurità, poco prima delle 20 hanno lanciato l'allarme. Immediatamente si è messa in moto la macchina dei soccorsi. Anche alcuni abitanti della zona, unitamente ai genitori, si sono prodigati nella ricerca della bimba che è stata fortunatamente ritrovata dopo un'oretta circa - sana e salva - appena prima dell'imbrunire.
Marco De Ambrosis
CANNOBIO - E’ finito sott’acqua, bloccato con la canoa tra le rocce. E’ morto così, inghiottito dalle acque della forra, Peter Wia, cinquantaseienne tedesco in vacanza in questi giorni sul lago Maggiore. A nulla sono valsi i disperati tentativi di liberarsi da quella morsa che lo aveva imprigionato. Il dramma si è consumato martedì intorno alle 16.30 alle porte di Cannobio, nei pressi dell’Orrido di Sant’Anna. Wia, in compagnia di tre amici, da Ponte Socraggio aveva deciso di ridiscendere il torrente Cannobino lungo un percorso classico e molto conosciuto dagli appassionati di questa disciplina. La prima parte della discesa non ha riservato problemi, le difficoltà si sono però evidenziate più a valle, laddove il fiume s’incunea in una stretta gola con le acque che si fanno strada con forza tra i sassi: qui, forse a causa di una manovra sbagliata, Peter Wia è rimasto incastrato tra due massi finendo con la canoa sott’acqua. Anche due dei compagni hanno incontrato serie difficoltà in questo tratto della discesa. E’ stato il quarto componente del gruppetto a raggiungere subito la riva per allertare i soccorsi. I due canoisti sono stati tratti in salvo poco dopo dalle squadre del soccorso alpino della Valle Cannobina, intervenute con gli specialisti dell’unità forre: per Wia purtroppo non c’è stato invece più nulla da fare. La salma è stata recuperata solo in tarda serata e trasportata all’obitorio dell’ospedale Castelli di Verbania. Questo di martedì non è che l’ultimo incidente avvenuto in questo tratto di fiume. Il 26 aprile di due anni fa fra queste rocce era rimasto incagliato un trentottenne di Praga. Bloccato nella stretta gola per più di un’ora, dopo che si era ribaltato con la canoa, era stato però tratto in salvo dai soccorritori: per lui solo un brutto spavento. Stesso luogo ma una sorte peggiore quella che invece è toccata a Peter Wia, a cui il destino ha riservato una tragica fine. E sono stati giorni di superlavoro, questi di inizio settimana, per il soccorso alpino della Valle Cannobina. Gli uomini coordinati da Raffaele Gentilini erano già intervenuti lunedì sera a Falmenta per rintracciare una bimba tedesca di sei anni che si era allontanata dalla baita, per un giretto nei paraggi. I genitori della piccina, preoccupati per l'avvicinarsi dell'oscurità, poco prima delle 20 hanno lanciato l'allarme. Immediatamente si è messa in moto la macchina dei soccorsi. Anche alcuni abitanti della zona, unitamente ai genitori, si sono prodigati nella ricerca della bimba che è stata fortunatamente ritrovata dopo un'oretta circa - sana e salva - appena prima dell'imbrunire.
Marco De Ambrosis