Camionisti costretti a turni da 20 ore, nulla di fatto all'udienza preliminare

Camionisti costretti a turni da 20 ore, nulla di fatto all'udienza preliminare
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NOVARA, Nulla di fatto e atti restituiti al pm, giovedì mattina in Tribunale a Novara, all'udienza preliminare relativa alla vicenda dei camionisti costretti a turni anche di 20 ore sotto minacce e ricatti. Tre le persone giunte in preliminare e per cui il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio, tutte assistite da avvocati del Milanese. 

Coinvolti i vertici della Maifredi Autotrasporti, ditta di Castelletto Ticino. Molte le vittime che hanno intenzione di costituirsi parte civile. Ieri la preliminare si è fermata una prima volta per un'eccezione avanzata da uno dei difensori, un'eccezione che, se confermata, avrebbe portato alla nullità della richiesta di rinvio a giudizio della sua assistita. E così è stato. Il giudice ha dichiarato la nullità per tutti e tre gli imputati, in modo da non dividere le tre posizioni. Ora si deve ripartire da capo. La donna dovrà essere interrogata, come da lei richiesto, e il pm dovrà rifare il tutto e ripetere le richieste di rinvio a giudizio. Sotto accusa, per associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, sono G. P., 60 anni, di Pombia, ritenuta dagli inquirenti a capo dell’organizzazione criminale,  il figlio M.M., di Castelletto, e M. G. di Novara. 
MO. C.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola sabato 23 settembre 

NOVARA, Nulla di fatto e atti restituiti al pm, giovedì mattina in Tribunale a Novara, all'udienza preliminare relativa alla vicenda dei camionisti costretti a turni anche di 20 ore sotto minacce e ricatti. Tre le persone giunte in preliminare e per cui il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio, tutte assistite da avvocati del Milanese. 

Coinvolti i vertici della Maifredi Autotrasporti, ditta di Castelletto Ticino. Molte le vittime che hanno intenzione di costituirsi parte civile. Ieri la preliminare si è fermata una prima volta per un'eccezione avanzata da uno dei difensori, un'eccezione che, se confermata, avrebbe portato alla nullità della richiesta di rinvio a giudizio della sua assistita. E così è stato. Il giudice ha dichiarato la nullità per tutti e tre gli imputati, in modo da non dividere le tre posizioni. Ora si deve ripartire da capo. La donna dovrà essere interrogata, come da lei richiesto, e il pm dovrà rifare il tutto e ripetere le richieste di rinvio a giudizio. Sotto accusa, per associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, sono G. P., 60 anni, di Pombia, ritenuta dagli inquirenti a capo dell’organizzazione criminale,  il figlio M.M., di Castelletto, e M. G. di Novara. 
MO. C.
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