Bloccati sull’A4 dalla Polizia e costretti a pagare ditte di soccorso che non sarebbero dovute intervenire

Bloccati sull’A4 dalla Polizia e costretti a pagare ditte di soccorso che non sarebbero dovute intervenire
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NOVARA, Altra udienza, venerdì mattina in Tribunale a Novara, per il processo relativo all’inchiesta per corruzione e concussione sui controlli e sugli interventi di soccorso sull’autostrada A4 Torino-Milano. Un’indagine che, lo scorso novembre, ha portato all’arresto di quattro agenti della Polstrada di Novara Est.

Dopo una prima condanna con rito abbreviato, mesi fa, per Giuseppe Vella, poliziotto di 27 anni, sono ora a processo il capopattuglia Angelo Deleonibus e l’imprenditore Massimiliano Grossi, della G.D. Service. La Procura di Novara per i tre aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Vella, poi, con il suo legale, l’avvocato Claudio Bossi, aveva ottenuto d’essere giudicato con l’abbreviato.

Diversi i testimoni ascoltati in aula, da un addetto al soccorso stradale della zona di Bergamo a un agente della Polizia penitenziaria ad altre persone che sono state vittima dei controlli pilotati. “Stavo andando a recuperare il mezzo pesante di un cliente, veicolo che era rimasto bloccato da un’avaria – ha riferito il primo testimone, addetto al soccorso stradale del Bergamasco – Ero ormai in autostrada nella zona di Marcallo con Mesero. Mi hanno fermato per due volte, chiedendomi cosa stessi facendo, chiedendomi i documenti e facendomi comunque proseguire. In una delle due occasioni – ha raccontato – mi hanno spiegato che nella zona si stavano registrando una serie di furti a furgoni e per questa ragione portavano avanti controlli costanti. Sono poi arrivato dove c’era il mezzo pesante e l’ho recuperato per portarlo alla mia officina. Poco dopo ho visto di nuovo la stessa pattuglia, che mi ha fermato. Mi ha detto che non potevo fare quel tipo di soccorso in autostrada. Mi ha fatto il verbale e ha voluto che scaricassi il mezzo pesante. Ho spiegato che il mio cliente era convenzionato con l’Aci e se si poteva far arrivare l’Aci. Gli agenti hanno rifiutato, spiegando che era necessario un addetto al soccorso stradale della zona. La ditta intervenuta ha spostato il furgone per circa 150 metri e mi ha chiesto di pagare quasi 600 euro. Una cifra altissima per quei pochi metri. Una volta che son stato sulla strada normale son rientrato a casa col furgone. L’intervento dei poliziotti mi è sembrato anomalo. Qualche giorno dopo ho incontrato alcuni poliziotti di Seriate che conosco e ho raccontato quanto mi è accaduto. Mi hanno spiegato che in effetti non potevo fare quel soccorso, ma che, comunque, la Polizia mi avrebbe dovuto solo fare il verbale, accompagnandomi fuori dall’autostrada, ma senza farmi scaricare il mezzo che avevo recuperato e senza farmi pagare quindi una ditta per spostare il mezzo. Ho così fatto un esposto a Novara».

mo.c.

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola sabato 17 settembre

 

NOVARA, Altra udienza, venerdì mattina in Tribunale a Novara, per il processo relativo all’inchiesta per corruzione e concussione sui controlli e sugli interventi di soccorso sull’autostrada A4 Torino-Milano. Un’indagine che, lo scorso novembre, ha portato all’arresto di quattro agenti della Polstrada di Novara Est.

Dopo una prima condanna con rito abbreviato, mesi fa, per Giuseppe Vella, poliziotto di 27 anni, sono ora a processo il capopattuglia Angelo Deleonibus e l’imprenditore Massimiliano Grossi, della G.D. Service. La Procura di Novara per i tre aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Vella, poi, con il suo legale, l’avvocato Claudio Bossi, aveva ottenuto d’essere giudicato con l’abbreviato.

Diversi i testimoni ascoltati in aula, da un addetto al soccorso stradale della zona di Bergamo a un agente della Polizia penitenziaria ad altre persone che sono state vittima dei controlli pilotati. “Stavo andando a recuperare il mezzo pesante di un cliente, veicolo che era rimasto bloccato da un’avaria – ha riferito il primo testimone, addetto al soccorso stradale del Bergamasco – Ero ormai in autostrada nella zona di Marcallo con Mesero. Mi hanno fermato per due volte, chiedendomi cosa stessi facendo, chiedendomi i documenti e facendomi comunque proseguire. In una delle due occasioni – ha raccontato – mi hanno spiegato che nella zona si stavano registrando una serie di furti a furgoni e per questa ragione portavano avanti controlli costanti. Sono poi arrivato dove c’era il mezzo pesante e l’ho recuperato per portarlo alla mia officina. Poco dopo ho visto di nuovo la stessa pattuglia, che mi ha fermato. Mi ha detto che non potevo fare quel tipo di soccorso in autostrada. Mi ha fatto il verbale e ha voluto che scaricassi il mezzo pesante. Ho spiegato che il mio cliente era convenzionato con l’Aci e se si poteva far arrivare l’Aci. Gli agenti hanno rifiutato, spiegando che era necessario un addetto al soccorso stradale della zona. La ditta intervenuta ha spostato il furgone per circa 150 metri e mi ha chiesto di pagare quasi 600 euro. Una cifra altissima per quei pochi metri. Una volta che son stato sulla strada normale son rientrato a casa col furgone. L’intervento dei poliziotti mi è sembrato anomalo. Qualche giorno dopo ho incontrato alcuni poliziotti di Seriate che conosco e ho raccontato quanto mi è accaduto. Mi hanno spiegato che in effetti non potevo fare quel soccorso, ma che, comunque, la Polizia mi avrebbe dovuto solo fare il verbale, accompagnandomi fuori dall’autostrada, ma senza farmi scaricare il mezzo che avevo recuperato e senza farmi pagare quindi una ditta per spostare il mezzo. Ho così fatto un esposto a Novara».

mo.c.

 

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