Aziende novaresi promotrici di salute
Le aziende del territorio al centro del progetto Workplace Health Promotion per dare importanza al tema della salute in ambito lavorativo

Aziende novaresi al centro del progetto Workplace Health Promotion
Il progetto Whp
Aziende novaresi come “promotrici di salute”: è questo il fine del progetto Workplace Health Promotion (Whp), avviato nell’autunno 2017 grazie a una collaborazione tra il Servizio Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Asl e l’Associazione Industriali di Novara per contribuire a prevenire le malattie croniche promuovendo cambiamenti organizzativi dei luoghi di lavoro che li facciano diventare ambienti favorevoli all’adozione di stili di vita salutari. La rete locale ha infatti coinvolto operativamente quattro industrie: la Memc Electronic Materials e la Clariant Prodotti di Novara, la Sambonet Paderno Industrie di Casalino e la Kimberly Clark di Romagnano Sesia, mentre altre hanno dichiarato il loro interesse a farne parte. «Nel 2019 – spiega il responsabile dell’area Ambiente e Sicurezza sul lavoro dell’Ain, Paolo Maffè – verrà ampliato il network, con l’auspicio di riuscire a costituire una base di aziende sufficientemente ampia da poter dare solidità a un progetto di impatto molto positivo, sia a livello sociale sia in termini organizzativi».
I requisiti per aderire e gli impegni da rispettare
Per poter prendere parte al progetto le aziende devono avere adempiuto agli obblighi normativi in tema ambientale e di valutazione dei rischi, oltre a non avere riportato, nei cinque anni precedenti, condanne definitive relative all'applicazione del D.Lgs 231. Il programma prevede quindi lo sviluppo di “buone pratiche” in sei distinte aree tematiche: alimentazione, contrasto al fumo, attività fisica, mobilità sicura e sostenibile, contrasto alle dipendenze, benessere e conciliazione vita-lavoro. Chi riesce a seguire il percorso proposto e a rispettare gli standard previsti ottiene dal servizio sanitario pubblico, alla fine di ogni anno, il riconoscimento come “Luogo di lavoro che promuove salute”. «In termini operativi – spiega Ivana Cucco, direttore dello Spresal – viene prima di tutto costituito un
gruppo di lavoro aziendale, più possibile eterogeneo e motivato, che deve organizzare le attività. Viene poi somministrato ai lavoratori un questionario anonimo su abitudini e fattori di rischio, che potrà essere ripetuto a tre anni dall'avvio del programma, sui cui risultati l’azienda pianificherà le buone pratiche da realizzare nel corso di ogni anno».