Appartamenti trasformati in case d’appuntamento: sequestrati due immobili in Liguria
Un'operazione simile era stata condotta nei giorni scorsi a Stresa

Appartamenti trasformati in case d’appuntamento: la Polizia sequestra due immobili. Succede a Genova. Lo riportano i nostri colleghi di PrimaIlLevante.
60enne italiano affittava stanze per il sesso
Una vicenda simile era stata segnalata ieri a Stresa. Protagonista della vicenda un 60enne italiano che, nonostante le limitazioni legate all’emergenza sanitaria in atto e incurante del possibile contagio epidemiologico connesso, ha continuato ad affittare stanze dei propri appartamenti per permettere, in cambio di considerevoli somme di denaro, il libero esercizio della prostituzione. Tanto è emerso da un’indagine della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Genova, culminata con il sequestro preventivo di due immobili e la denuncia dell’uomo per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.
L’indagine della Polizia
Dopo aver raccolto le dichiarazioni rese da una giovane prostituta, gli agenti della Squadra Mobile hanno svolto numerosi appostamenti grazie ai quali è stato documentato un fitto via vai di uomini dalle due abitazioni controllate; questi, intercettati all’uscita e ascoltati, hanno confermato il motivo della loro visita presso quegli immobili. Tali dichiarazioni sono state ulteriormente riscontrate dalle attività tecniche condotte nel corso delle investigazioni.
Nella maggior parte dei casi, l’attività veniva pubblicizzata online tramite inserzioni sui principali siti di incontri per adulti e, solo dopo aver preso contatti telefonici, al potenziale cliente veniva indicata l’ubicazione precisa della casa d’appuntamento.
Il 24 marzo scorso è stato fatto accesso nei due appartamenti: nell’occasione in una delle due abitazioni è stato rintracciato il tenutario delle attività, oltre a quattro “dipendenti” e a un cliente; la perquisizione ha consentito di sequestrare materiale di varia foggia e natura riconducibile all’attività svolta in casa; sono state sequestrate anche diverse migliaia di euro ritenute provento delle attività illecite. Una delle quattro “lavoratrici”, una cittadina straniera, è stata arrestata perché in possesso di una carta d’identità valida per l’espatrio falsa.