Ancora truffe del “Caro Nipote”: due arresti a Novara

NOVARA, Due nomadi residenti a Novara, Davide Kopacz e Angelo Lakatosz, rispettivamente di 38 e 27 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Verbania, perché reputati responsabili di una serie di truffe ai danni di anziani. I due sono accusati di associazione a delinquere di carattere transnazionale.
Le indagini, come spiegano i militari dell’Arma in un comunicato, erano partite da due truffe avvenute a settembre a Domodossola e Mergozzo. L’inchiesta ha fatto emergere come i due arrestati appartenessero a una banda operante tra Italia, Germania e Polonia, che, con l’utilizzo di “telefonisti” non identificati poiché dislocati all’estero, contattavano persone anziane alle quali carpivano in maniera fraudolenta le informazioni necessarie, dichiarando falsamente di essere nipoti/figli della vittima, precisando di avere un urgente bisogno di denaro. I “telefonisti” inducevano le vittime a ritenere di parlare con un proprio parente e le convincevano a consegnare somme in denaro o oggetti preziosi in oro a persone incaricate dai sedicenti parenti che si presentavano alle abitazioni delle vittime.
In qualche modo è un’indagine che ricorda una già conclusa dai Carabinieri qualche anno fa. L’inchiesta “Caro Nipote”, curata dalla Procura della Repubblica di Novara. Una vicenda che nel 2014 aveva portato a oltre 30 provvedimenti di custodia cautelare. Alcuni di quei rom sono ancora oggi a processo per quella vicenda.
Gli arrestati, a quanto riferisce l’Arma, “in occasione dei reati, partivano e rientravano a Novara e avevano il ruolo di “batterie operative” gestite per gli spostamenti dai complici all’estero”.
Tra le altre zone prese di mira anche comuni del Novarese, come Cerano e poi ancora a Milano e nel Pavese. Truffe che hanno fruttato alla banda un bottino di poco meno di 50mila euro.
mo.c.
NOVARA, Due nomadi residenti a Novara, Davide Kopacz e Angelo Lakatosz, rispettivamente di 38 e 27 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Verbania, perché reputati responsabili di una serie di truffe ai danni di anziani. I due sono accusati di associazione a delinquere di carattere transnazionale.
Le indagini, come spiegano i militari dell’Arma in un comunicato, erano partite da due truffe avvenute a settembre a Domodossola e Mergozzo. L’inchiesta ha fatto emergere come i due arrestati appartenessero a una banda operante tra Italia, Germania e Polonia, che, con l’utilizzo di “telefonisti” non identificati poiché dislocati all’estero, contattavano persone anziane alle quali carpivano in maniera fraudolenta le informazioni necessarie, dichiarando falsamente di essere nipoti/figli della vittima, precisando di avere un urgente bisogno di denaro. I “telefonisti” inducevano le vittime a ritenere di parlare con un proprio parente e le convincevano a consegnare somme in denaro o oggetti preziosi in oro a persone incaricate dai sedicenti parenti che si presentavano alle abitazioni delle vittime.
In qualche modo è un’indagine che ricorda una già conclusa dai Carabinieri qualche anno fa. L’inchiesta “Caro Nipote”, curata dalla Procura della Repubblica di Novara. Una vicenda che nel 2014 aveva portato a oltre 30 provvedimenti di custodia cautelare. Alcuni di quei rom sono ancora oggi a processo per quella vicenda.
Gli arrestati, a quanto riferisce l’Arma, “in occasione dei reati, partivano e rientravano a Novara e avevano il ruolo di “batterie operative” gestite per gli spostamenti dai complici all’estero”.
Tra le altre zone prese di mira anche comuni del Novarese, come Cerano e poi ancora a Milano e nel Pavese. Truffe che hanno fruttato alla banda un bottino di poco meno di 50mila euro.
mo.c.