Anche la sezione novarese di Libera si schiera per difendere la legge piemontese sul gioco d'azzardo
Il Consiglio regionale sta vagliando una proposta di modifica della legge regionale sul gioco d'azzardo.

Sono giornate agitate per la legge regionale sul gioco d'azzardo in consiglio regionale: a Palazzo Lascaris è infatti in corso di esame nelle commissioni regionali una proposta di modifica alla legge del 2016 che ha regolamentato, prima in Italia, il gioco d'azzardo, e le opposizioni, oltre alle parti della società civile - proprio come Libera - hanno alzato gli scudi per difendere il dispositivo della Giunta precedente.
Legge piemontese sul gioco d'azzardo: Libera Novara alza gli scudi:
E' dal suo organo online di comunicazione che la sezione novarese di Libera alza gli scudi contro la proposta di modifica della legge sul gioco d'azzardo del 2016, in esame in questi giorni alle commissioni del Consiglio regionale.
"No alla modifica della legge regionale del Piemonte n. 9 del 2016! - esortano online da Libera - La legge, votata all'unanimità nel maggio 2016, ha comportato lo spegnimento delle slot machines installate in prossimità di luoghi sensibili come scuole, parrocchie, ospedali e bancomat: una legge giusta che, lungi dal proibire il gioco d'azzardo, lo allontana dai luoghi della vita quotidiana per tutelare soprattutto le fasce più deboli e lo fa con effetti positivi, secondo i primi studi realizzati dall'Ires, istituto indipendente della Regione Piemonte che si occupa di ricerche economiche e sociali".
L'argomento riguarda anche le mafie:
"In questi giorni - spiegano da Libera - è all'esame delle commissioni la proposta che potrebbe vanificare tutto ciò, escludendo l'operatività della legge nei confronti delle macchinette installate prima della sua entrata in vigore. Noi siamo assolutamente contrari a questo arretramento in un campo che riguarda anche le mafie, le quali non solo beneficiano dall'impoverimento economico, sociale e culturale causato dal gioco d'azzardo patologico (sono molteplici i casi di usura per sovraindebitamento causato dalla ludopatia), ma vedono anche nella grande diffusione del gioco d'azzardo legale un'occasione di business tale da spingerle, come accaduto a Carmagnola, ad atti di intimidazione nei confronti di amministratori impegnati nel contrasto al gioco d'azzardo patologico".
Il flash mob nelle scuole
Nella mattinata di giovedì 13, oltre 80 scuole piemontesi hanno voluto partecipare a un flash mob, indetto proprio dall'associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti. Fuori da ogni istituto scolastico sono stati appesi striscioni e cartelloni con la scritta: “Sono un luogo sensibile! Regione Piemonte, a che gioco stai giocando?”, rimandando direttamente a una delle caratteristiche della legge, ossia il divieto di installare slot machines e dispositivi di gioco entro una distanza di sicurezza da luoghi sensibili quali appunto le scuole, o gli ospedali e le banche. Quella del gioco d'azzardo e della ludopatia è una piaga sociale molto forte: chi si indebita per continuare a giocare, inseguendo la speranza di una vincita, continua a farlo, aumentando i propri debiti.
"Dal 2016 - spiegano da Libera Piemonte - la Regione Piemonte ha una buona legge – la n. 9/2016 – che in questi primi anni di applicazione ha posto un importante argine all’avanzata delle mafie e ha salvaguardato le fasce più deboli della popolazione dalla ludopatia. Tuttavia l’attuale maggioranza ha messo in discussione questa normativa, proponendo alcune modifiche che metterebbero a rischio, tra i tanti luoghi sensibili, proprio le scuole. I cambiamenti proposti per la legge porterebbero all’eliminazione del valore retroattivo della norma, permettendo una possibile riaccensione di tantissime macchinette che sono state spente nel 2016: questo comporterebbe l’eliminazione dei risultati in termine di diminuzione del gioco e di perdite dei giocatori. Il flash mob di giovedì rappresenta un forte messaggio nei confronti del Consiglio Regionale".
La campagna di Libera Piemonte:
Sulla questione della difesa della legge 9/2016 la sezione regionale di Libera ha lanciato una grande campagna: "Da sempre Libera, insieme a tante realtà che si occupano di dipendenze, di povertà, di sovraindebitamento, si è battuta affinché le istituzioni intervenissero per regolamentare il gioco d’azzardo legale, a difesa delle fasce più deboli della popolazione, contro la ludopatia e per fronteggiare l’avanzata delle mafie in questo campo. Nel 2016, il Consiglio della Regione Piemonte - argomentano così dall'associazione antimafia - ha affrontato la problematica, approvando, quasi all’unanimità, la legge 9/2016. Un impianto normativo che pone al centro della sua ratio la regolamentazione di un settore, fino ad allora, con poche regole e molti vuoti da colmare. Tra le positive novità introdotte, citiamo il divieto di collocare le slot machine vicino a luoghi sensibili come scuole, banche, centri anziani; la limitazione giornaliera del gioco imponendo almeno 3 ore di inattività degli apparecchi; l’introduzione di un Piano Regionale per prevenire ed intervenire sulla diffusione del gioco d’azzardo patologico".
La modifica si concentra proprio sulle distanze minime:
"Proprio sul punto del cosiddetto distanziometro - spiegano da Libera - (ovvero la distanza minima da rispettare dai luoghi sensibili) si concentra la proposta di modifica. La norma, infatti, prevede l’applicazione di questa caratteristica agli esercizi pubblici e commerciali, ai circoli privati, a tutti i locali pubblici o aperti al pubblico, nonché alle sale da gioco e alle sale scommesse presso cui, alla data del 19 maggio 2016, erano collocati apparecchi per il gioco. La proposta punta a cancellare l’effetto retroattivo di questo articolo di legge. Di fatto, passasse questa modifica, tutti gli apparecchi da giochi spenti per effetto di questo articolo di legge potrebbero essere riaccesi, eliminando parzialmente un pilastro fondante della legge. Abbiamo deciso di opporci a questa modifica, perché i risultati raggiunti nei soli primi due anni di applicazione sono positivi. Si è ridotto il volume del gioco d’azzardo, come le perdite dei giocatori e non si è avvertito un effetto di sostituzione del gioco a distanza".
Non esistono risultanze investigative sull'aumento del gioco per effetto della legge:
"Inoltre, nonostante alcune critiche mosse, non esistono risultanze investigative che evidenzino l’aumento del gioco illegale per effetto dell’intervento della Regione Piemonte del 2016. È emerso invece, da alcune inchieste della magistratura, come le organizzazioni criminali abbiano tentato di intimidire alcuni amministratori locali che hanno messo in atto i dettami della norma o abbiano cercato di aggirare le imposizioni stringenti pur di inserirsi nel remunerativo mercato del gioco d’azzardo. Per questo ci chiediamo a che gioco stia giocando la Regione Piemonte mettendo in discussione una legge che ha prodotto buoni risultati. La posta in palio è altissima e potrebbe avere come effetto lo sgretolamento di un argine importante al gioco d’azzardo patologico, al sovraindebitamento al riciclaggio delle mafie nel settore. Lanciamo la campagna “Regione Piemonte: a che gioco stai giocando?” per parlare, dati alla mano, dei risultati raggiunti sul contrasto al gioco d’azzardo patologico".