Aggredì con un coccio di vetro passanti e poliziotti: patteggia 9 mesi l’uomo senza nome

NOVARA, Lo scorso ottobre, nella zona di via Perazzi, non distante dal ristorante Soms, aveva infastidito i passanti, con un pezzo di vetro, insultando poi i poliziotti intervenuti e cercando di opporsi all’arresto. Un arresto alquanto movimentato e che per poco non aveva portato al ferimento di uno degli agenti intervenuti, che, cercando di fermare l’uomo, non si era accorto che questo teneva in mano alcuni pezzi di bottiglia.
Anche alla successiva convalida dell’arresto, in Tribunale a Novara, la situazione non era stata delle più semplici e l’uomo aveva reso difficile il lavoro a tutti. Si era dapprima rifiutato di parlare in inglese, lingua che aveva usato per parlare per ben due giorni con il personale della Questura, ed era arrivato sino anche a minacciare pesantemente il giudice e l’interprete. Sentito bene da tutti, aveva detto “Tu sei morta!”. Dopo aver parlato in inglese, quel giorno diceva di essere ungherese.
Giovedì mattina, a Palazzo Fossati, la direttissima a suo carico, si è chiusa con un patteggiamento a 9 mesi con la condizionale per resistenza a pubblico ufficiale. Dopo l’udienza dello scorso ottobre aveva ottenuto dal giudice l’obbligo di firma, ma l’uomo non si è mai presentato negli uffici della Questura. Protagonista della vicenda è l’uomo definito senza nome, in quanto è stato impossibile identificarlo e capire di chi si trattasse. E’ stato indicato anche nelle aule del Palazzo di Giustizia con un semplice numero, con un codice. Di lui, sin da ottobre, non si è riusciti a sapere nulla: né la nazionalità, né l’età e neppure come mai si trovasse in città a Novara.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola sabato 3 febbraio
NOVARA, Lo scorso ottobre, nella zona di via Perazzi, non distante dal ristorante Soms, aveva infastidito i passanti, con un pezzo di vetro, insultando poi i poliziotti intervenuti e cercando di opporsi all’arresto. Un arresto alquanto movimentato e che per poco non aveva portato al ferimento di uno degli agenti intervenuti, che, cercando di fermare l’uomo, non si era accorto che questo teneva in mano alcuni pezzi di bottiglia.
Anche alla successiva convalida dell’arresto, in Tribunale a Novara, la situazione non era stata delle più semplici e l’uomo aveva reso difficile il lavoro a tutti. Si era dapprima rifiutato di parlare in inglese, lingua che aveva usato per parlare per ben due giorni con il personale della Questura, ed era arrivato sino anche a minacciare pesantemente il giudice e l’interprete. Sentito bene da tutti, aveva detto “Tu sei morta!”. Dopo aver parlato in inglese, quel giorno diceva di essere ungherese.
Giovedì mattina, a Palazzo Fossati, la direttissima a suo carico, si è chiusa con un patteggiamento a 9 mesi con la condizionale per resistenza a pubblico ufficiale. Dopo l’udienza dello scorso ottobre aveva ottenuto dal giudice l’obbligo di firma, ma l’uomo non si è mai presentato negli uffici della Questura. Protagonista della vicenda è l’uomo definito senza nome, in quanto è stato impossibile identificarlo e capire di chi si trattasse. E’ stato indicato anche nelle aule del Palazzo di Giustizia con un semplice numero, con un codice. Di lui, sin da ottobre, non si è riusciti a sapere nulla: né la nazionalità, né l’età e neppure come mai si trovasse in città a Novara.
mo.c.
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