Addio Maria Grazia, comunità sotto choc

Addio Maria Grazia, comunità sotto choc
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ROMENTINO - Un’intera comunità sotto choc, non ci sono parole per la tragedia che Romentino sta vivendo in questi giorni: mercoledì sera se n’è andata Maria Grazia Porzio, a soli 56 anni. Architetto, studiosa del territorio, esperta in beni culturali. Una vita dedicata a quella professione che tanto amava, alle mille sfaccettature che l’hanno vista impegnata su più fronti. Lo scorso weekend un malore improvviso. Sembrava che Maria Grazia si fosse ripresa. Poi le complicazioni fino al drammatico epilogo. Un dolore straziante per i suoi familiari: i figli Pietro e Maddalena, il marito Graziano, la sorella Anna, la mamma Carla, la zia Giovanna. E per quanti hanno condiviso con lei momenti sereni, sul lavoro e nell’amicizia. Solare e stupenda, sempre in movimento. Vige una regola anche in questo giornale, non si usa mai la prima persona. Ma per una volta voglio trasgredire la norma: il distacco suonerebbe falso. Quante volte ho collaborato con Maria Grazia. Lei di Romentino, io di Romentino. Tanto in comune, soprattutto l’amore per la cultura e l’orgoglio per le nostre radici. Dal territorio è partita, con una tesi dedicata a cascine e mulini consultando i documenti di Archivio di Stato e Comune, e a quel territorio è sempre tornata, quasi un cordone ombelicale impossibile da rescindere. Lei, una delle protagoniste del libro “Donne sotto la Cupola” che ho scritto insieme a Gianfranco Capra. “Un architetto prestato alla storia del territorio”, abbiamo titolato il suo profilo. Quanta verità in quelle sette parole. Perché così soleva definirsi, «un architetto prestato alla storia dell’architettura e del territorio». Venerdì scorso eravamo insieme nell’Auditorium della BpN per un convegno dell’Ordine dedicato al mestiere di architetto, naturalmente al femminile. Brillante e piacevole come sempre, nel raccontare la sua esperienza professionale e di vita. Le ho “rubato” tre minuti, facendole concludere prima l’intervento. Me lo ha fatto notare. Perché aveva veramente tanto da dire. La sua testimonianza veniva dal profondo, da una professione in cui ha sempre creduto. Solo qualche giorno prima aveva partecipato, nell’Arengo del Broletto, alla mostra sulla Grande Guerra. Prezioso, ancora una volta, il suo contributo. Sempre discreta, mai ostentata. Tanto che non voleva neanche fare la foto insieme a Marcella e Cristina. Ecco, Marcella e Cristina, alcune delle tante donne di cultura con cui collaborava. Insieme a loro anche Emiliana, Susanna, Giuse, Maria Carla, Paola… Le cito solo per nome, tralasciando cariche e incarichi. Sarà impossibile ricordare tutto quello che Maria Grazia ha fatto. Sempre con professionalità, competenza, passione. Con il cuore in mano. Non diceva mai di no. Aiutava chi aveva bisogno. Una bontà infinita la sua. Così vuole ricordarla chi l’ha conosciuta e amata. Ha cofondato l’associazione Amici del Ticino di cui è stata presidente. Ha collaborato con l’Archivio di Stato, anche tra le fila di Scrinium di cui era vice presidente. Come non citare l’impegno per il Fai di Novara: era una delle formidabili narratrici. Da lei era partita l’idea, due anni fa, di proporre un percorso in città alla scoperta delle residenze Liberty. Con che entusiasmo aveva preparato i bambini della primaria di Romentino per le Giornate di Primavera del Fai! Tante le pubblicazioni: ancora le cascine, il ponte sul Ticino, le decorazioni murali, il Nobile Collegio Caccia… Grazie alle sue opere è entrata nel Fondo degli scrittori romentinesi. L’attività di studio e di ricerca procedeva di pari passo con quella professionale, mirata al restauro, al risanamento conservativo, al riuso di chiese ed edifici vincolati: numerosi i cantieri che l’hanno vista all’opera sul territorio. E quanto impegno per la sua Romentino: a livello di pubblicazioni (l’ultima, quella sulla chiesa parrocchiale) e di ricerca. La proficua collaborazione con la Pro Loco per i Tacuìn: stava realizzando con Gianni Porzio quello del 2017, dedicato ai soprannomi. Poi l’impegno nelle commissioni del paesaggio in vari comuni e all’Università della Terza Età, in veste di coordinatrice del corso di storia novarese. Tutto questo sorretto dalla volontà di conoscere e far conoscere. Lo so, avrò dimenticato sicuramente qualcosa. Ma sono sicura che lei non avrebbe voluto aggiungere nulla. Oggi l’ultimo addio a Maria Grazia, alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Romentino. In quell’edificio dove solo un anno fa aveva accompagnato tante persone in una visita guidata…Eleonora Groppetti

ROMENTINO - Un’intera comunità sotto choc, non ci sono parole per la tragedia che Romentino sta vivendo in questi giorni: mercoledì sera se n’è andata Maria Grazia Porzio, a soli 56 anni. Architetto, studiosa del territorio, esperta in beni culturali. Una vita dedicata a quella professione che tanto amava, alle mille sfaccettature che l’hanno vista impegnata su più fronti. Lo scorso weekend un malore improvviso. Sembrava che Maria Grazia si fosse ripresa. Poi le complicazioni fino al drammatico epilogo. Un dolore straziante per i suoi familiari: i figli Pietro e Maddalena, il marito Graziano, la sorella Anna, la mamma Carla, la zia Giovanna. E per quanti hanno condiviso con lei momenti sereni, sul lavoro e nell’amicizia. Solare e stupenda, sempre in movimento. Vige una regola anche in questo giornale, non si usa mai la prima persona. Ma per una volta voglio trasgredire la norma: il distacco suonerebbe falso. Quante volte ho collaborato con Maria Grazia. Lei di Romentino, io di Romentino. Tanto in comune, soprattutto l’amore per la cultura e l’orgoglio per le nostre radici. Dal territorio è partita, con una tesi dedicata a cascine e mulini consultando i documenti di Archivio di Stato e Comune, e a quel territorio è sempre tornata, quasi un cordone ombelicale impossibile da rescindere. Lei, una delle protagoniste del libro “Donne sotto la Cupola” che ho scritto insieme a Gianfranco Capra. “Un architetto prestato alla storia del territorio”, abbiamo titolato il suo profilo. Quanta verità in quelle sette parole. Perché così soleva definirsi, «un architetto prestato alla storia dell’architettura e del territorio». Venerdì scorso eravamo insieme nell’Auditorium della BpN per un convegno dell’Ordine dedicato al mestiere di architetto, naturalmente al femminile. Brillante e piacevole come sempre, nel raccontare la sua esperienza professionale e di vita. Le ho “rubato” tre minuti, facendole concludere prima l’intervento. Me lo ha fatto notare. Perché aveva veramente tanto da dire. La sua testimonianza veniva dal profondo, da una professione in cui ha sempre creduto. Solo qualche giorno prima aveva partecipato, nell’Arengo del Broletto, alla mostra sulla Grande Guerra. Prezioso, ancora una volta, il suo contributo. Sempre discreta, mai ostentata. Tanto che non voleva neanche fare la foto insieme a Marcella e Cristina. Ecco, Marcella e Cristina, alcune delle tante donne di cultura con cui collaborava. Insieme a loro anche Emiliana, Susanna, Giuse, Maria Carla, Paola… Le cito solo per nome, tralasciando cariche e incarichi. Sarà impossibile ricordare tutto quello che Maria Grazia ha fatto. Sempre con professionalità, competenza, passione. Con il cuore in mano. Non diceva mai di no. Aiutava chi aveva bisogno. Una bontà infinita la sua. Così vuole ricordarla chi l’ha conosciuta e amata. Ha cofondato l’associazione Amici del Ticino di cui è stata presidente. Ha collaborato con l’Archivio di Stato, anche tra le fila di Scrinium di cui era vice presidente. Come non citare l’impegno per il Fai di Novara: era una delle formidabili narratrici. Da lei era partita l’idea, due anni fa, di proporre un percorso in città alla scoperta delle residenze Liberty. Con che entusiasmo aveva preparato i bambini della primaria di Romentino per le Giornate di Primavera del Fai! Tante le pubblicazioni: ancora le cascine, il ponte sul Ticino, le decorazioni murali, il Nobile Collegio Caccia… Grazie alle sue opere è entrata nel Fondo degli scrittori romentinesi. L’attività di studio e di ricerca procedeva di pari passo con quella professionale, mirata al restauro, al risanamento conservativo, al riuso di chiese ed edifici vincolati: numerosi i cantieri che l’hanno vista all’opera sul territorio. E quanto impegno per la sua Romentino: a livello di pubblicazioni (l’ultima, quella sulla chiesa parrocchiale) e di ricerca. La proficua collaborazione con la Pro Loco per i Tacuìn: stava realizzando con Gianni Porzio quello del 2017, dedicato ai soprannomi. Poi l’impegno nelle commissioni del paesaggio in vari comuni e all’Università della Terza Età, in veste di coordinatrice del corso di storia novarese. Tutto questo sorretto dalla volontà di conoscere e far conoscere. Lo so, avrò dimenticato sicuramente qualcosa. Ma sono sicura che lei non avrebbe voluto aggiungere nulla. Oggi l’ultimo addio a Maria Grazia, alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di Romentino. In quell’edificio dove solo un anno fa aveva accompagnato tante persone in una visita guidata…Eleonora Groppetti

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