Accusato di violenza sessuale e maltrattamenti, chiesti sette anni e mezzo

NOVARA, Sette anni e mezzo di reclusione. E’ la pena richiesta dal pm, mercoledì mattina in Tribunale a Novara, in un processo che vede alla sbarra, con le accuse di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking, un 40enne novarese.Stando alla denuncia della moglie dell’imputato, denuncia risalente al 2009, quando era andata a stare in una comunità protetta a seguito della situazione che viveva in casa, si parla di pugni, violenze e pressioni fisiche e psicologiche, botte, minacce e anche una serie di aborti. Un rapporto dal quale erano nati tre figli, che ora sono cresciuti interamente dalla madre.«Bastava nulla – ha riferito in una passata udienza la donna - che urlava e alzava le mani». La moglie, con la madre, voleva opporsi a questa situazione, ma era difficile, anche per le condizioni in cui vivevano. «Ci siamo conosciuti che ero una ragazzina, avevo 14 anni. Mia madre non era contenta di questo rapporto. Siamo andati presto a vivere insieme. I problemi sono nati quasi subito. Volevo lasciarlo, ma lui non voleva in nessun modo». Il difensore dell’uomo ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, che sin dall’inizio della storia rigetta ogni addebito. Sentenza il 12 giugno.mo.c.
NOVARA, Sette anni e mezzo di reclusione. E’ la pena richiesta dal pm, mercoledì mattina in Tribunale a Novara, in un processo che vede alla sbarra, con le accuse di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking, un 40enne novarese.Stando alla denuncia della moglie dell’imputato, denuncia risalente al 2009, quando era andata a stare in una comunità protetta a seguito della situazione che viveva in casa, si parla di pugni, violenze e pressioni fisiche e psicologiche, botte, minacce e anche una serie di aborti. Un rapporto dal quale erano nati tre figli, che ora sono cresciuti interamente dalla madre.«Bastava nulla – ha riferito in una passata udienza la donna - che urlava e alzava le mani». La moglie, con la madre, voleva opporsi a questa situazione, ma era difficile, anche per le condizioni in cui vivevano. «Ci siamo conosciuti che ero una ragazzina, avevo 14 anni. Mia madre non era contenta di questo rapporto. Siamo andati presto a vivere insieme. I problemi sono nati quasi subito. Volevo lasciarlo, ma lui non voleva in nessun modo». Il difensore dell’uomo ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, che sin dall’inizio della storia rigetta ogni addebito. Sentenza il 12 giugno.mo.c.