Accusato di aver ucciso la madre, riceve una "proposta" di matrimonio in aula
Durante il processo a Stefano Emilio Garini, che deve rispondere dell'omicidio premeditato di Liliana Agnani, la fidanzata si è detta pronta a sposarlo

Colpo di scena a Novara durante il processo a Stefano Emilio Garini, accusato di aver ucciso e abbandonato la madre: la fidanzata si dice pronta a sposarlo. Il 62enne è detenuto a Ivrea.
Accusato di aver ucciso la madre, riceve una proposta di matrimonio in aula
Un’aula di tribunale trasformata in palcoscenico di un inatteso annuncio: è accaduto il 1 luglio 2025 nel corso dell’ultima udienza del processo a Stefano Emilio Garini, 62 anni, milanese, accusato di omicidio premeditato della madre Liliana Agnani, 89 anni. A sorpresa, nel corso della testimonianza, la fidanzata brasiliana dell’imputato ha dichiarato pubblicamente:
«Quando uscirà, se me lo chiederà, sono disposta a sposarlo»
Una dichiarazione che ha spiazzato i presenti, pur accompagnata dalla consapevolezza di un «rapporto altalenante». La donna ha aggiunto di continuare a frequentare Garini e di volerlo sostenere sempre, negando di credere alla sua colpevolezza: «Non credo abbia ucciso la madre», ha detto al PM Paolo Verri.
Tuttavia, incalzata, ha ammesso di avergli detto in privato: «Perché l’hai lasciata lì? Non hai fatto una bella cosa», riferendosi all’abbandono del corpo.
Garini, ex agente immobiliare, è detenuto nel carcere di Ivrea ed è a processo per omicidio aggravato dal vincolo familiare, distruzione di cadavere, truffa, autoriciclaggio e falso in atto pubblico. In aula sono stati ascoltati anche altri testimoni, tra cui il ristoratore vicino al punto in cui furono trovati i resti, e l’ex moglie, che ha confermato le difficoltà lavorative dell’imputato pur dichiarando di non crederlo capace di omicidio.
La vicenda
Il caso risale al 10 ottobre 2022, quando alcune ossa umane furono rinvenute da un passante nella zona boschiva del Parco del Ticino a Trecate, località Boscomarino. Si trattava di vertebre, frammenti di mandibola e un femore: il cranio non è mai stato trovato. La svolta arrivò dal ritrovamento di una protesi vertebrale, fissata tra L3 e L4, su cui erano visibili marchio e numero di serie: elementi che permisero al Labanof (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università di Milano) di risalire all’identità della vittima.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Liliana Agnani era viva fino alle 20 del 18 maggio 2022. Poi sarebbe stata accompagnata in carrozzina in un tratto impervio nei boschi della zona delle Tre Fontane. Da quel momento, nessuno l’avrebbe più vista.
Garini avrebbe continuato a percepire la pensione e l’assegno di invalidità della madre anche dopo la sua morte. In una intercettazione agli atti del processo, l’uomo si sarebbe vantato: «Ne sono uscito grazie alla mia intelligenza».
L’iter processuale è ancora in corso.