Villa Faraggiana è pronta a rinascere?
Si è in attesa di sapere cosa sarà della storica dimora sulle rive del Lago Maggiore.

Da alcune settimane Villa Faraggiana, una delle ville d’epoca tra le più belle del Lago Maggiore, non compare più sul sito delle aste giudiziarie.
Villa Faraggiana pronta a rinascere: pare infatti che sia stata venduta
Sembra sia stata aggiudicata per una cifra di 2.592.000 euro.
«A noi risulta ci sia stata un’offerta, dopo di che tra l’aggiudicazione e l’acquisto passa solitamente un tempo tecnico nel quale l’acquirente deve saldare l’importo – spiega Paolo Cumbo, il vicesindaco di Meina – anche noi siamo in attesa di sapere quale sarà la destinazione d’uso della villa quando, e lo speriamo vivamente, riprenderà a vivere».
Intanto sono iniziati i lavori di pulitura del verde nell’enorme parco che circonda l’immobile.
«Questo lascia ben sperare – aggiunge la storica Silvana Bartoli - ma già qualche anno fa sembrava che la villa fosse stata venduta, era stata fatta un po' di pulizia e poi invece la notizia si rivelò falsa. Se invece fosse vero si potrebbe finalmente interrompere questo cammino di degrado a cui sembra destinata la villa».
Le preoccupazioni della storica circa l’attuale stato di incuria in cui versa l’immobile sono giustificate anche dall’ultima visita alla villa, effettuata nell’estate 2023.
«In tale occasione purtroppo potei constatare che tutte le cornici dei camini importanti erano state rubate, così come i busti dei due costruttori che campeggiavano nell’atrio – racconta Bartoli – inoltre già si vedevano le pericolose infiltrazioni d’acqua che costituiscono una minaccia per gli affreschi del piano nobile. Senza contare che pochi mesi prima la villa venne sfiorata dal monumentale faggio che dominava il giardino, crollato per incuria a pochi metri dall’edificio».
La storia della prestigiosa dimora
Piange il cuore se si pensa ai fondatori, ovvero Alessandro Faraggiana senior e Amalia de Bayer, che affidarono il progetto all’architetto Busser, che tra i 1852 e il 1855 edificò la villa. Il figlio Raffaello Faraggiana e la moglie Caterina Ferrandi arricchirono ulteriormente il complesso con un museo che corrispondeva agli interessi etnologici di Raffaello e di Ugo Ferrandi, lontano cugino di Caterina. Tutti i cimeli, testimonianze di culture diverse, insieme a 22 album di foto, la maggior parte delle quali realizzate da Caterina, come si legge in alcuni articoli di inizio 900, ora si trovano al museo Faraggiana di Novara.
«Caterina che aveva ereditato l’immobile dal marito - continua Bartoli - morì nel 1940, lasciando la villa al figlio Alessandro junior. Negli anni della guerra il sontuoso edificio venne utilizzato dai tedeschi e anche dagli americani, anche come ricovero per sfollati. Dopo la guerra la villa tornò ad Alessandro, che non sapendo cosa farne, nel 1949 decise di donarla alle Suore Poverelle del Beato Palazzolo, che la terranno fino al 2003, facendone una casa per anziani di tutti i paesi siti sulle terre e le proprietà patrimonio della famiglia Faraggiana. Dopo il 2003 le suore misero in vendita la villa, che venne acquistata dalla società immobiliare Villa Faraggiana srl di Latina, che l’ha posseduta fino ad oggi».