Cerimonia

Un totem per non dimenticare la strage degli ebrei novaresi

La città, ha sottolineato dal sindaco. detiene il triste primato del primo caso di rastrellamento in Italia, un mese prima di quello del ghetto di Roma

Un totem per non dimenticare la strage degli ebrei novaresi
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Era il 19 settembre 1943 - quasi un mese prima del “sabato nero” nel ghetto di Roma - quando a Novara venne effettuato il rastrellamento degli ebrei presenti in città e quattro persone, due uomini e due donne, finirono nelle carceri di Torino per poi essere deportate ad Auschwitz da cui non fecero più ritorno.

Per non dimenticare

Un episodio che segnò l’inizio della campagna di arresti e deportazioni che interessò tutta la zona del Lago Maggiore e che, con le sue 58 vittime, è ricordata come la prima strage di ebrei avvenuta in Italia, la seconda per numero di vittime dopo quella delle Fosse Ardeatine.

Per non dimenticare quella tragica pagina di storia è nato da un’idea del “ciclista della memoria” Giovanni Bloisi, il progetto Zakhor, che vede coinvolti le Anpi provinciali Novara (capofila) e Vco, l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea Piero Fornara, l’associazione Casa della Resistenza, la Comunità Ebraica di Novara – Vercelli - Biella e del Verbano, la Comunità Ebraica riformata Lev Chadash e, per la promozione dell’iniziativa, la compartecipazione del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte. Anche a Novara - come negli altri Comuni teatro dell’eccidio (Baveno, Arona, Meina, Stresa, Orta, Mergozzo, Pian Nava, Verbania Intra) - è stato inaugurato un “totem” commemorativo in piazza Matteotti, proprio davanti alla Prefettura.

Su ciascun totem, una presentazione comune dei fatti del settembre - ottobre 1943, e una parte dedicata alla cronaca dell’episodio locale, con un logo originale realizzato per l’occasione da Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità Ebraica.

Il totem riporta i nomi dei quattro cittadini ebrei arrestati a Novara il 19 settembre 1943 e deportati al campo di Auschwitz dove morirono. I loro nomi e la loro storia sono impressi sulla targa insieme a un Qr Code per ascoltare questa vicenda.

All’inaugurazione, lo scorso 19 settembre, le autorità cittadine e anche alcuni ragazzi delle scuole novaresi. Perché è proprio ai giovani, ha sottolineato il prefetto Francesco Garsia, che deve rivolgersi l’appello alla conoscenza e alla memoria, «per far capire che quelle efferatezze sono successe anche qui», oltre che un «monito contro ogni forma odiosa di discriminazione».

Una necessità di non dimenticare ribadita anche dal presidente dell’Istituto storico della Resistenza Paolo Cattaneo e dal sindaco Alessandro Canelli. «Novara purtroppo - ha evidenziato il primo cittadino - detiene il triste primato del primo caso di rastrellamento di ebrei in Italia, ben un mese prima di quello del ghetto di Roma».

Il progetto

Il progetto “Zakhor” (che in ebraico significa pace) - come ha ricordato Michela Cella, presidente provinciale Anpi - «è nato da un’idea di Giovanni Bloisi, il “ciclista della memoria”, ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di una rete composta da tantissimi soggetti con l’intento di segnare un itinerario della Memoria da cui partono percorsi didattici, per lasciare un segno alle giovani generazioni». E a scoprire il totem sono stati proprio due studenti, Daniel e Asala. Perché è a loro che deve passare il “testimone” della memoria: «La storia - ha ammonito il vice presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Giulio Disegni - continua e quel che è accaduto potrebbe accadere di nuovo. Certo, il contesto non è più quello di 80 anni fa, ma il razzismo e l’antisemitismo non sono finiti. Non è finito l’odio, soprattutto sul web. E il fatto che la senatrice a vita Liliana Segre, scampata ai lager nazisti, a 93 anni debba andare in giro con la scorta perché minacciata di morte, la dice lunga...».

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