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Un 8 marzo nel ricordo di Ludovica, morta al luna park: avrebbe compiuto 18 anni

La toccante testimonianza dei genitori a tre anni dalla tragedia consumatasi a Galliate: «Ci fa soffrire l’assenza di un futuro tutto suo»

Un 8 marzo nel ricordo di Ludovica, morta al luna park: avrebbe compiuto 18 anni
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Passo dopo passo, lentamente, formando un solco sempre più profondo nel cuore e nell’anima di papà Carmine Visciglia e mamma Franca i giorni passano e arriva la data del compleanno della loro Ludovica: l’8 marzo.

Di Clarissa Brusati

Un 8 marzo nel ricordo di Ludovica

La giovane trecatese nel 2022 a 15 anni, la sera di sabato 12 marzo, proprio mentre stava festeggiando a Galliate con i genitori, i parenti e gli amici il suo 15° compleanno, rimase gravemente ferita mentre si trovava sulle giostra del “Minitagadà”, ferite che da lì a poche ore ne avrebbero decretato la morte.

«La vita senza Ludovica – dice con un filo di voce papà Carmine – non ha più alcun senso per noi. Ci rifugiamo nei ricordi, nelle foto, nei racconti e nelle parole di chi l’ha conosciuta e amata. All’inizio il dolore era così grande da sopraffarci, da toglierci il fiato, sembrava impossibile, abbiamo ripercorso quella sera così tante volte da sovrapporre le immagini con le lacrime. Le sue ultime parole “Vado a fare l’ultimo giro sulle giostre e poi mangiamo la torta”, il suo sorriso disarmante e negli occhi la felicità di quell’istante. Poi quegli attimi terribili, tutto quel frastuono anche mediatico che ci ha accompagnato persino al funerale, e i giorni dopo ancora, il processo iniziato e che ora non finisce mai e che ci condanna a rivedere all’infinito volti, fatti e responsabilità. Una ferita che non può rimarginarsi, incomprensibile sempre di più nella consapevolezza di quanto accaduto e che diventa ogni giorno ancora più dolorosa».

I giorni senza Ludovica, sono diventate settimane, mesi, anni: «La nostra casa vuota e la sua cameretta dove non è più tornata... Questo sarebbe stato il suo 18° compleanno, non possiamo fare finta di nulla, avrebbe avuto il diritto di preparalo, di festeggiarlo. E invece quel silenzio del suo sguardo che si allontana sempre di più nel tempo e che cerchiamo disperatamente di afferrare, rende purtroppo drammaticamente più vera l’assenza di un futuro, del suo futuro. Amava leggere e studiare, avrebbe voluto laurearsi, da grande sperava di diventare avvocato o magistrato, diceva. Voleva salvare le donne dalle violenze e poter difendere la legalità e i diritti di tutti…».

Ogni giorno si ripetono meccanicamente le azioni, senza trovare una naturale prospettiva, una finalità accettabile.

«Vorremmo che non fosse dimenticata – aggiunge Carmine Visciglia – e per questo le abbiamo dedicato nei due anni del biennio una borsa di studio per gli alunni che frequentavano il corso tradizionale del Liceo classico e linguistico “Carlo Alberto” di Novara, perché era quello di nostra figlia e perché loro l’hanno conosciuta».

Commoventi, infine, le parole di mamma Franca: «Ciao Gioia mia, il tuo tanto atteso diciottesimo compleanno. Tre anni senza di te, difficilissimo. Purtroppo amore mio non sono ancora libera di soffrire in pace».

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