Ufficio immigrazione e permessi di soggiorno: crescono le richieste a Novara
La maggior parte delle richieste arrivano dalla popolazione ucraina, al 90% si tratta di donne e bambini

Nel 2020 sono stati consegnati 9.010 permessi di soggiorno, nel 2021 sono stati 12.741, nel 2022 si è arrivati a 13.752, nel 2023 sono già 2.500. Numeri cresciuti negli ultimi tre-quattro anni che determinano di conseguenza lavoro supplementare per l’ufficio Immigrazione della questura di Novara, dirigente Veronica Maffi (nella foto), che tuttavia riesce, con grande impegno, a smaltire le pratiche. Lo racconta NovaraOggi.
Le tempistiche
Tempistiche si allungano? Solo se ci sono delle criticità o manca della documentazione. Altrimenti, anche con l’emergenza creatasi a causa della guerra in Ucraina, l’ufficio ha smaltito le richieste, creando una sorta di «doppio binario» tra le pratiche nuove e quelle già avviate.
C’è chi ha segnalato alla redazione delle lungaggini nel rilascio dei permessi di soggiorno: l’aumento dei numeri delle richieste, lo strascico della pandemia, possono aver influito sulle tempistiche ma non in modo preoccupante. «Se ci sono degli stop anomali - chiude la dirigente - è perché la documentazione non è completa».
Richieste in primis dalla popolazione ucraina
Gli ucraini, già numerosi, sono diventati la popolazione più numerosa a chiedere il permesso di soggiorno, con un 90% di donne e bambini. Lo scorso anno sono stati presi in carica 2.700 persone. Ci sono poi molti pakistani, marocchini, albanesi con un mix tra l’arrivo di uomini soli e i ricongiungimenti. le istanze inviate tramite mail non sono valide, ma la Questura risponde comunque a tutti coloro che chiedono informazioni.
La procedura
«La procedura di rilascio è complessa - spiega la dirigente - e varia in base alla tipologia di permesso di soggiorno: se cartaceo, se digitale, se è un nuovo permesso o un rinnovo, se la motivazione è legata al lavoro o alla famiglia. Appena lo straniero presenta la domanda, ottiene una ricevuta e questa conferma l’iter in corso».
Una ricevuta, quindi, che fuga anche i timori di chi attende: nessuno viene espulso solo perché in attesa del permesso se quel permesso è al vaglio. «Chi non ottiene il permesso - prosegue Maffi - ha dei processi pendenti a carico, o non ha occupazione, o non ha abitazione. Insomma non ha i requisiti richiesti. Evitiamo che chi non ha diritto, ottenga qualcosa che poi è ancora più complesso revocare. La procedura amministrativa è sottoposta al vaglio legislativo pertanto non vi è alcuna discrezionalità».
Negli uffici rigore ma anche tanta umanità
Un rigore e un rispetto delle norme che non significa perdere umanità e sensibilità. E per questo negli occhi e nel cuore degli agenti restano tanti volti, come quello di un bimbo ucraino che ha donato un disegno con la bandiera ucraina, quella italiana, un cuore e ha scritto «grazie». O come un bimbo nigeriano che, pur non dovendo più farlo, passava a trovare gli agenti in ufficio, «solo per un saluto». O un giovane sulla sedia a rotelle che si fa accompagnare dal padre affidatario per «raccontarci i progressi e festeggiare il diploma».
per i bambini non manca mai una caramella o un cioccolatino, per tutti gli altri la professionalità e la serietà di chi deve seguire le procedure, capace di capire le difficoltà.