Intervento

Sostanze inquinanti nell'acqua? "A Novara si può stare tranquilli"

Le rassicurazioni dell’Ad di Acqua Novara Vco Barbone in merito alle Pfas

Sostanze inquinanti nell'acqua? "A Novara si può stare tranquilli"
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Le sostanze per- e polifluoroalchiliche, comunemente note come PFAS, rappresentano un gruppo complesso di composti chimici sempre più al centro del dibattito pubblico e scientifico per i possibili rischi ambientali e sanitari associati alla loro diffusione, in particolare nelle risorse idriche.

Sostanze inquinanti nell'acqua novarese?

Nel corso della Commissione Ambiente del Consiglio Comunale di Novara, convocata su richiesta del gruppo consiliare del Partito Democratico, l’amministratore delegato di Acqua Novara e VCO, Daniele Barbone, ha illustrato il quadro attuale relativo alla presenza di PFAS e alle azioni messe in atto dalla società per monitorare la situazione.

 

«A seconda delle classificazioni – ha spiegato Barbone – si parla di un numero di sostanze che varia da 4000 fino a oltre 14.000 sostanze secondo la classificazione in vigore negli Stati Uniti o addirittura a oltre sei milioni di sostanze secondo alcuni database».

L'iniziativa della commissione fa seguito a un'interrogazione discussa in Consiglio comunale e alla recente pubblicazione di un'indagine di Greenpeace, secondo cui Novara risulterebbe tra le città in cui è stata rilevata la presenza di TFA, uno dei PFAS ritenuti più pericolosi.

«Anche a seguito – hanno spiegato nei loro interventi Rossano Pirovano, Milù Allegra e Cinzia Spilinga – della divulgazione dei risultati di una indagine svolta da GreenPeace in base alla quale Novara è una delle città in cui è stata rilevata la presenza di una delle sostanze più pericolose, le Tfa».

A nome del gruppo, la consigliera Spilinga ha posto una domanda diretta: «La domanda semplice che rivolgiamo al gestore del ciclo idrico, senza alcuna critica o polemica – ha chiarito Spilinga – è: possiamo stare tranquilli quando utilizziamo l’acqua che esce dai nostri rubinetti a Novara?».

Monitoraggi in corso da due anni

Barbone ha rassicurato in merito: «La risposta – ha detto – è sì, i cittadini, soprattutto a Novara, possono stare tranquilli. Ma allo stesso tempo noi già da due anni stiamo tenendo sotto controllo questa tematica, pur tenendo conto che il quadro normativo è ancora in evoluzione. Stiamo adottando – ha spiegato – un piano di monitoraggio e azioni che siano utili a tutelare la salute umana, con un approccio preventivo. Monitoriamo l’acqua prelevata dai nostri pozzi per verificare le condizioni della stessa e intervenire se necessario e le possibili fonti di provenienza di Pfas come i reflui fognari, per prevenire eventuali contaminazioni».

Nel dettaglio, Barbone ha precisato che nel biennio 2023-2024 sono stati effettuati circa 2000 controlli, mentre per il 2025 ne sono previsti altri 1000.

L'obiettivo

«Ma il vero obiettivo – ha concluso Barbone – è arrivare a togliere queste sostanze dai cicli produttivi di ogni tipo. Perché anche nei nostri controlli sono gli scarichi degli impianti industriali che restituiscono campioni con presenza di Pfas».

In questa direzione si inserisce anche l’avvio di collaborazioni con il mondo imprenditoriale e istituzionale: «Per questo – ha aggiunto – stiamo costruendo tavoli di lavoro con associazioni di categoria e aziende per far conoscere l’argomento in modo che ognuno sia in grado di monitorare le proprie emissioni e intervenire per evitare immissioni in ambiente: vogliamo rimuovere le sostanze il più a monte possibile, dove sono più facili da monitorare e da trattare. Su questo si sta lavorando con Confindustria e Confartigianato e con gli enti territoriali (in primis Arpa e Asl) per condividere dati e percorsi di intervento».

Infine, Barbone ha sottolineato come l’impegno sulla questione PFAS rappresenti una delle principali sfide future per i gestori del ciclo idrico: «Quella di questi inquinanti – ha concluso – è insieme all’adattamento al cambiamento climatico, la più grande sfida che come gestori del ciclo idrico abbiamo davanti per i prossimi anni. Una sfida che non può essere sottovalutata».

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