Agricoltura

Si intensificano gli attacchi di Popillia, Confagricoltura: "Intervenire subito per contenere i danni"

Il coleottero, segnalato da anni nella zona del Ticino, è ormai arrivato a infestare ampie zone del Piemonte, con gravi danni per vite e frutta

Si intensificano gli attacchi di Popillia, Confagricoltura: "Intervenire subito per contenere i danni"
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Originaria del Giappone, la Popillia japonica nel 2014 è stata segnalata per la prima volta in Piemonte nel Parco del Ticino. Si tratta di un piccolo coleottero in grado di attaccare più di 300 specie vegetali sia spontanee, sia coltivate, scheletrizzando le foglie ed erodendo radici, fiori e frutti.

Si intensificano gli attacchi di Popillia, Confagricoltura: "Intervenire subito"

Per la normativa fitosanitaria europea è un organismo nocivo di quarantena prioritario. Le azioni di contenimento messe in atto dal Settore fitosanitario ne hanno in parte rallentato l’espansione, ma l’insetto continua a diffondersi attraverso il volo attivo degli adulti o il trasporto passivo ad opera dell’uomo.

La coltura più danneggiata risulta per ora la vite, con un aumento esponenziale degli attacchi che ha causato quest’anno ingenti defogliazioni degli impianti nel Novarese, nel Biellese e nel Canavese.

“Si tratta di una situazione conclamata – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte - di cui sono perfettamente a conoscenza i servizi fitosanitari, tanto che è attivo uno specifico Piano di azione regionale aggiornato annualmente. Tuttavia, per il contrasto all’insetto, sino ad ora ci si è limitati ad attività di monitoraggio e cattura con trappole, lasciando la lotta attiva con insetticidi all’iniziativa delle singole aziende, anche perché la nostra Regione sembra piuttosto voler puntare su metodi di lotta indiretta; per questa ragione è stato nuovamente aperto il bando sull’Intervento SRD06, che finanzia l’installazione di reti antinsetto. L’iniziativa, pur essendo apprezzabile, presenta comunque degli aspetti di criticità, legati soprattutto a complicazioni nella gestione delle colture e al pericolo di abbattimento della protezione e di parte delle piantagioni in caso degli ormai fin troppo frequenti eventi metereologici estremi. Rischia inoltre di avere tempi di attuazione troppo lunghi rispetto alla velocità con cui si sta sviluppando questa nuova emergenza”.

Accanto alla lotta preventiva deve quindi essere introdotto con urgenza un piano di lotta diretta con l’obiettivo di evitare, o quanto meno contenere, l’espansione dell’insetto. Tutte le aziende delle aree interessate sono in difficoltà nel contenere le infestazioni, ma il problema si presenta in modo ancora più grave in quelle che aderiscono all’agricoltura biologica, per l’impossibilità di utilizzare insetticidi per la difesa, come sottolinea Gian Luigi Orsolani, presidente di Confagricoltura Torino e viticoltore del Canavese.

“Per salvaguardare l’esistenza stessa degli operatori biologici nelle zone colpite è indispensabile attivare specifici programmi di lotta che consentano anche a questi ultimi di utilizzare prodotti chimici contro la Popillia senza incorrere in sanzioni, ma semplicemente ritornando allo stadio di ‘conversione al biologico’ per una o più campagne. Sarebbe altresì necessario riconoscere la causa di forza maggiore, e quindi l’assenza di penalità, a quegli imprenditori che, per la gravità delle infestazioni, fossero costretti ad abbandonare il regime biologico e l’intervento SRA 29 dello Sviluppo Rurale”.

“Occorre inoltre prevedere – conclude Allasia - analogamente a quanto avviene per altre avversità che interessano la nostra regione, un fondo per il ristoro dei danni subiti dagli agricoltori, essendo il danno paragonabile a quello di una vera e propria calamità naturale”.