Settant'anni fa la spedizione italiana sul K2: un'impresa anche un po' novarese
La ditta Gottifredi Maffioli è entrata ormai nella leggenda per la fornitura completa di corde ad Ardito Desio, in occasione della storica scalata
“Dalle Alpi al K2” è il titolo del convegno che si è svolto venerdì 19 aprile 2024, organizzato da Cai Novara e Studio Miazzo e che, distanza di settant’anni dalla spedizione nazionale italiana sul K2, ha voluto evidenziare l’importante ruolo di Novara nella storia del Cai, dell’alpinismo italiano nel mondo e della conoscenza della catena alpina. Non solo, anche nell’ambito della spedizione himalayana di 70 anni fa.
Lo racconta il direttore del Corriere di Novara Sandro Devecchi; nella foto Pierangelo e Luigi Maffioli
Una conquista che rilanciò l'Italia
La spedizione al K2 del 1954 è stata una spedizione alpinistica italiana patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall'Istituto Geografico Militare e dallo Stato italiano. Era guidata da Ardito Desio. La spedizione portò il 31 luglio 1954, per la prima volta nella storia, al raggiungimento della vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo. La via seguita fu lo Sperone degli Abruzzi e i due alpinisti che raggiunsero la vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, con il supporto dell'intero gruppo.
Un contributo fondamentale fu fornito da Walter Bonatti e Amir Mahdi che, con un'impresa senza precedenti e affrontando il rischio della morte in un forzato bivacco notturno a oltre 8100 metri, trasportarono a Compagnoni e a Lacedelli le bombole d'ossigeno rivelatesi poi essenziali al compimento della missione.
Il ruolo di due ditte novaresi
La ditta novarese Gottifredi Maffioli che, negli anni, si è distinta per aver fornito corde, cime e cordami alle più grandi spedizioni ed imprese sportive, è entrata ormai nella leggenda per la fornitura completa di corde ad Ardito Desio, in occasione dell’impresa italiana. Lo ha raccontato Luigi Maffioli, in compagnia di Silvia Gallotti, nipote dell’alpinista Pino Gallotti, che prese parte alla spedizione del ‘54.
E' stata inoltre esposta una raccolta di documenti storici che testimoniano la partecipazione della ditta Tettamanti & C. con il proprio abbigliamento tecnico.
Nel luglio del 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli raggiunsero la cima del K2, la montagna più difficile del mondo, legati ad una corda creata dall’azienda novarese Gottifredi-Maffioli, divenuta nel tempo una leggenda nel suo settore.
Le prime corde in nylon
«La novità – racconta il direttore tecnico Luigi Maffioli – era rappresentata dal fatto che le corde erano fabbricate in nylon, una vera scoperta. Fino all’anno prima, infatti, erano state utilizzate quelle in canapa, come ad esempio per la scalata all’Everest del 1953».
Un passaggio epocale, ma come si è arrivati? Lo ricorda il presidente Pierangelo Maffioli: «Dai primi anni ‘50 mio zio, Ettore Luigi Maffioli, si era messo a lavorare il nylon, in collaborazione con la Rhodiatoce di Pallanza, per costruire il filo delle reti da pesca. Un’azienda del lago d’Iseo creò una rete che fu provata nel golfo di Napoli. Il risultato - raccontano - fu incredibile come quantità di pesce raccolta e, per molti anni, la qualità del filo da pesca fu il nostro fiore all’occhiello».
Ma la Rhodiatoce intuì le potenzialità del prodotto e – continua Pierangelo Maffioli «chiese a mio zio se volesse costruire le corde per la spedizione italiana sul K2. Detto fatto. Venne costruita una corda bianca con delle v rosse, segno di vittoria. Una vera innovazione».
E, nel 1973, la cordata giapponese che tornò sul K2 raccolse dalla vetta un pezzo di corda italiana dell’impresa del ‘54 e, nel 1977, la riportò alla Gottifredi-Maffioli, dove è tuttora esposta.
Un impegno non da poco quella della fornitura di corde alla spedizione italiana. «Qualche decina di chilometri di corda – sintetizza Luigi Maffioli – e qualche centinaio di bobine. La scalata ebbe talmente successo che la nostra ditta decise di usare il K2 come simbolo dell’azienda e tuttora è il nostro biglietto da visita».
Seguirono forniture per altre spedizioni nelle Ande, anche speleologiche, «ma l’alpinismo – spiega Pierangelo Maffioli – era gestito prevalentemente dalle forze armate e richiedeva forniture impegnative, meglio il filo per le reti da pesca!».
E poi... il mare
Il mare, però, era nel futuro della Gottifredi-Maffioli. Così dal 1982, con la dotazione delle cime di Azzurra, inizia l’avventura in Coppa America che l’ha vista a fianco dei principali team. Sabato 13 aprile era presente all’inaugurazione di Luna Rossa, con la quale la collaborazione è strettissima, così come con altri sindacati. Anche se, ricorda Luigi Maffioli «dal punto di vista mediatico il punto che le nostre corde hanno rappresentato nell’alpinismo non è stato ancora raggiunto in quello della nautica».