Ricerca: fondazione AriSLA finanzia due progetti Upo
Gli studi, coordinati da Sandra D’Alfonso e Marcello Manfredi, riceveranno rispettivamente 230mila e 51mila euro

Fondazione AriSLA, il più importante ente non profit che finanzia ricerca sulla SLA in Italia, annuncia un nuovo finanziamento di quasi 1 milione di euro (999.300 euro la cifra in dettaglio) per lo sviluppo di 7 innovativi progetti, selezionati con il Bando 2023. Tra questi anche due progetti "made in Novara".
L'impegno della Fondazione
La call era rivolta a ricercatori di università italiane e di istituti di ricerca pubblici e privati italiani non profit, che potevano applicare nelle aree di ricerca di base, preclinica o clinica osservazionale riguardanti la SLA, gravissima malattia neurodegenerativa che solo in Italia coinvolge circa 6mila persone e che ad oggi non ha una terapia efficace.
“Siamo lieti di aver potuto quest’anno incrementare le risorse da destinare alla ricerca, che consideriamo lo strumento indispensabile per rispondere al bisogno di terapie per le persone con SLA – sottolinea il Presidente di AriSLA, Mario Melazzini –. I sette nuovi studi, con cui superiamo la quota dei 100 progetti finanziati ad oggi, sono di altissima qualità e molto innovativi, diversi utilizzano modelli avanzatissimi, come l’intelligenza artificiale, e puntano ad avere un concreto impatto sulla clinica. Una priorità inserita nel Bando 2023, primo tassello del nostro nuovo Piano strategico per accelerare l’identificazione di interventi efficaci per la diagnosi, la gestione ed il trattamento della SLA”.
Ad oggi la Fondazione ha investito in ricerca sulla SLA fondi pari a 15,98 milioni di euro, frutto del supporto di quanti credono nel valore della ricerca. Essenziale il sostegno dei quattro soci fondatori, quali AISLA Onlus, Fondazione Cariplo, Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus e Fondazione Telethon.
In più di dieci anni di attività AriSLA ha supportato 149 gruppi di ricerca, distribuiti su tutto il territorio italiano, con 105 progetti su vari ambiti di ricerca, da quella di base o preclinica fino alla clinica. I progetti già finanziati hanno generato oltre 370 pubblicazioni scientifiche ad alto impatto sulla comunità scientifica internazionale, un dato importante che evidenza la qualità degli studi selezionati.
“Il nostro processo di selezione è basato sul metodo del peer review (o revisione tra pari) ed i progetti che finanziamo sono valutati da esperti internazionali che selezionano ricerca eccellente sulla base del valore scientifico dello studio proposto. Questo negli anni ha fatto sì che i progetti sostenuti dessero un importante contributo al progresso scientifico sulla SLA” aggiunge Anna Ambrosini, Responsabile scientifico di Fondazione AriSLA.
I progetti selezionati
Sono 13 i gruppi di ricerca coinvolti nei sette nuovi progetti di ricerca, distribuiti nelle città di Milano, Novara, Pisa e Torino. Si tratta di quattro progetti pluriennali e multicentrici (Full Grant), che svilupperanno ambiti di studio promettenti, basati su solidi dati preliminari.
Per quanto riguarda i progetti "novaresi", uno è un progetto pluriennale che andrà ad indagare le cause genetiche dell’esordio della SLA: si tratta dello studio ‘DIG-ALS’, coordinato da Sandra D’Alfonso dell’Università del Piemonte Orientale, con partner Adriano Chiò dell’Università degli studi di Torino e Antonia Ratti dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano. Utilizzando diversi strumenti di machine learning, verranno studiate le varianti di più geni sia in una ampia popolazione di pazienti con SLA (oltre 4mila) che in soggetti sani e saranno caratterizzate le conseguenze di tali varianti a livello morfologico e funzionale in modelli neuronali umani derivati da cellule iPSC. Un progetto del valore di 230.000 euro e della durata di 36 mesi.
L'altro progetto "made in Novara" è lo studio ‘TARCO4ALS’, coordinato da Marcello Manfredi del Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale, ha come scopo quello di analizzare con avanzate tecnologie biochimiche i complessi proteici e le interazioni tra proteine nel liquido cerebrospinale dei pazienti affetti da SLA. I risultati potranno avere un impatto positivo sullo sviluppo di nuove terapie poiché la maggior parte dei farmaci esplica la propria azione attraverso la modulazione diretta dell'attività delle proteine e dei complessi proteici. Inoltre, l’obiettivo è quello di identificare potenziali biomarcatori per la caratterizzazione dei sottotipi di SLA o per la prognosi della malattia. (Valore 51.000 euro e durata 12 mesi).