"Prof. Vassalli": nel decennale dello scrittore si raccolgono i ricordi del suo insegnamento
Si possono inviare foto o ricordi

I suoi ex alunni, da Novara a Omegna, possono inviare ricordi e foto al Centro Novarese di Studi Letterari che li depositerà in archivio: segreteria @ letteratura.it
I dettagli
Quando è ancora vivo il ricordo del grande funerale civile di Sebastiano Vassalli celebrato a fine luglio di dieci anni fa nel Broletto di Novara, il Centro Novarese di Studi Letterari, cui lo scrittore ha destinato la cura dell’eredità culturale, lancia una raccolta di ricordi e testimonianze da parte di chi fu suo allievo nei vent’anni di insegnamento, dal 1961 al 1980, quando si dimise dalla scuola per dedicarsi alla scrittura. Si passa dal liceo scientifico Antonelli di Novara, dove fece la prima supplenza, fino al liceo artistico Casorati di Novara, sua ultima sede come docente di ruolo dopo aver vinto il concorso per italiano, storia e geografia, passando per diverse scuole medie del territorio, dal Morandi di Novara (che aveva frequentato egli stesso da ragazzo) alle medie di Borgomanero, Omegna, Bellinzago, Oleggio, Romagnano Sesia e Trecate, oltre all’Omar e al Mossotti nel capoluogo.
Si può mandare ricordi o fotografie all’indirizzo mail: segreteria @ letteratura.it o spedire c/o Interlinea, via Mattei 21, 28100 Novara.
Come lo stesso Vassalli ha ricordato una volta: «Ho assistito alla crescita (purtroppo, soltanto quantitativa), e poi all’esplosione della scuola italiana: dagli anni in cui mancavano gli insegnanti e si metteva in cattedra chiunque avesse una laurea o un diploma anche falso (c’erano anche le lauree e i diplomi falsi), a quelli in cui arrivò l’onda d’urto dei cosiddetti “sessantottini”». In altra occasione ha dichiarato: «Finché non ho avuto la possibilità di andarmene dalla scuola, e di fare altro, ho cercato di essere un buon insegnante. Purtroppo questo comportava una gran fatica e un grande dispendio di energie. Si veniva guardati male, ci si rovinava la salute e forse non ne valeva nemmeno la pena, tanto scarsi erano i risultati! Come vuotare il mare con un secchio: ma qualcuno doveva pur opporsi a quell’andazzo del “tutti promossi, tutti a casa e non rompeteci le scatole”».