Una copertina colorata e originale, un suono potente e melodico, la voglia di convincere e divertire. E’ la perfetta descrizione di “All in”, il nuovo disco dei Wheels of fire, band che propone un hard rock spumeggiante con ritornelli da intonare soprattutto dal vivo.
Wheels of Fire
Al timone del gruppo c’è l’aronese Davide Barbieri, in arte Dave Rox. Ha composto le canzoni, cantato e suonato le tastiere, portando avanti una tradizione che ha portato la band a pubblicare già tre album. Il primo, “Hollywood rocks” si fece molto apprezzare perfino in Giappone. Il felice brio delle canzoni fu nobilitato dall’aiuto in fase di scrittura di Michele Luppi, pregiato musicista tra i più noti nel genere a livello nazionale.
Barbieri è conosciuto anche come insegnante di canto alla Jungle, scuola di musica ad Arona. «Ci siamo impegnati al 110% per rendere il nuovo disco professionale – dice il cantante – lo abbiamo registrato nella nostra città, nel mio studio vicino a Ca’ de pop. Invece la batteria e parte delle chitarre sono state registrate a Bologna. E’ uscito per l’etichetta Burning minds music group, i testi sono più maturi rispetto al passato. A 8 anni i miei genitori mi proposero di suonare il pianoforte, il mio maestro nei successivi 5 anni è stato Marino Mora. Alle scuole superiori ho suonato le tastiere con un gruppo, ma per qualche tempo il calcio ha avuto la priorità nella mia vita. Poi il richiamo delle sette note è diventato irresistibile e nel 2001 decisi di fondare una band in cui cantare.
Prendevo lezioni a Gavirate e lì ho incontrato Luppi, cullando il sogno di migliorarmi alla voce grazie alla sua competenza. Per un anno intero sono andato a Reggio Emilia da lui a prendere lezioni. Ho imparato tanto dal suo talento. Gli sottoposi i miei primi pezzi scritti. Mi aiutò negli arrangiamenti e quella magia mi esortò a licenziarmi dal lavoro che avevo allora per dedicarmi solo alla musica. Completai “Hollywood rocks” nel 2008, trovai un’etichetta tedesca e nacque il nome Wheels of fire. Il disco uscì poi nel 2010. Allora come oggi il chitarrista Stefano Zeni è fondamentale per le composizioni.
“All in” è stato registrato, oltre che da me e da lui, da Fabrizio Uccellini alla batteria e dal bassista Simon Dredo. Nel 2018 conobbi poi Michele Pollini di Jungle e oggi sono un fiero insegnante che contribuisce alla qualità didattica e al clima famigliare della scuola. Nel corso degli anni molti concerti mi hanno visto al microfono. C’erano alcuni progetti paralleli, come i Charming grace, in cui ho duettato con cantanti anche internazionali.
Nella zona di Arona anni fa c’erano dei bei locali in cui suonare live, oggi invece mancano. La colpa per questa situazione è da suddividere equamente fra i gestori e il pubblico. Se noi stessi non abbiano la voglia di scoprire musicisti nuovi e vogliamo “andare sul sicuro”, gli artisti emergenti faranno sempre più fatica».