Meina fa un passo indietro sull’Unione, sindacati pronti allo stato di agitazione
Dal 2026 torneranno al Comune funzioni chiave ma per FP Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl territoriali si tratta di una scelta miope e non coindivisa

Nei giorni scorsi il Comune di Meina ha annunciato il rientro in gestione diretta di alcune funzioni attualmente esercitate dall’Unione dei Comuni Collinari del Vergante, di cui fanno parte anche Lesa e Belgirate.
Meina fa un passo indietro sull’Unione
La decisione, approvata il 26 giugno scorso in Consiglio comunale (con voto contrario della minoranza), prevede che a partire dal 1° gennaio 2026 il Comune di Meina revocherà la propria quota di personale per tre servizi specifici: Polizia municipale, Amministrazione generale e Servizi demografici.
In termini concreti, torneranno sotto il diretto controllo comunale un agente di polizia locale, un responsabile di segreteria e due addetti ai servizi anagrafici.
«Queste funzioni dovrebbero come minimo rientrare nella sfera del Comune – ha dichiarato il sindaco Gian Carlo Blangiardo –. È una scelta prevista dallo Statuto e condivisa dai tre Comuni, che riacquistano così funzioni già gestite in passato. Non è una critica all’Unione, ma un passo fatto per aumentare controllo, funzionalità ed efficienza, dato che la gestione associata non ha prodotto reali miglioramenti nei servizi, né razionalizzazione dei costi».
La revoca rappresenta un primo passo verso una rinegoziazione della presenza di Meina nell’Unione, già prevista dal programma elettorale della lista “Insieme per rinascere Meina Ghevio e Silvera”. Il Comune si riserva di decidere in merito a ulteriori sviluppi entro 120 giorni dalla delibera.
I sindacati: “Scelta calata dall’alto, rischio peggioramento dei servizi”
Non si è fatta attendere la reazione delle sigle sindacali FP Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl territoriali, che hanno diffuso un comunicato unitario durissimo nei toni.
«Pur trattandosi di una scelta politica – si legge nella nota – siamo in netto disaccordo con il fatto che il sindaco abbia deciso di acquisire il parere tecnico solo dopo aver preso la decisione».
Le organizzazioni contestano il metodo e temono un grave passo indietro:
«Questa visione campanilistica del ritorno alla gestione singola da parte dei piccoli comuni rimanda a una concezione arretrata della pubblica amministrazione, che privilegia la visibilità locale del personale a discapito della qualità e dell’efficienza reale dei servizi».
Inoltre, i responsabili degli uffici coinvolti hanno sottolineato i vantaggi finora ottenuti dalla gestione unitaria, in termini di economie di scala e crescita professionale del personale grazie al lavoro di squadra tra colleghi di diversi comuni.
Chiesto un piano entro 45 giorni, altrimenti scatta lo stato di agitazione
Le sigle sindacali hanno chiesto formalmente di ricevere entro 45 giorni un piano dettagliato che illustri il futuro del personale coinvolto dalla revoca delle funzioni. È stata inoltre richiesta una convocazione entro metà settembre, per un confronto ufficiale.
In caso contrario, i sindacati annunciano che metteranno in atto tutte le forme di protesta previste:
«A partire dalla proclamazione dello stato di agitazione e dalla richiesta di attivare il confronto in Prefettura per risolvere il conflitto aperto».
Intanto Belgirate e Lesa, che confermano la soddisfazione per l’attuale gestione condivisa, hanno interpellato la Regione Piemonte per verificare la possibilità di continuare a esercitare i servizi in forma associata, anche nel nuovo contesto.