Legambiente denuncia l’inadeguato stato di salute degli edifici scolatici italiani
Il sistema scolastico piemontese e valdostano si conferma anche quest’anno sopra alla media nazionale
In Italia 1 scuola su 3 ha bisogno di interventi di manutenzione urgente ed al sud e nelle isole una scuola su due.
L'analisi
Nel 2023 stanziati più fondi, ben 42mila euro in media a edificio, per la manutenzione straordinaria, ma lo stato di salute degli edifici scolastici e dei servizi resta un’emergenza infrastrutturale nazionale; basti pensare che nella Penisola 1 scuola su 3 ha bisogno di interventi di manutenzione urgenti, un dato che nel Sud e nelle Isole sale al 50%, equivalente ad 1 scuola su 2. Un’emergenza ormai cronica, che non migliora.
Ritardi su altri interventi
A fare il punto è il nuovo report nazionale Ecosistema Scuola di Legambiente, giunto alla XXIV edizione e presentato oggi a Napoli, presso la chiesa dei cristallini, nel rione sanità.
Il report Ecosistema Scuola, che raccoglie i dati 2023 di 100 comuni capoluogo su 113 e che riguardano 7.024 edifici scolastici di loro competenza, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, offre un’analisi dettagliata sullo stato di salute delle scuole confrontandola con i servizi essenziali di prestazione, i cosiddetti LEP previsti dall’autonomia differenziata e che per le scuole riguardano edilizia scolastica, digitalizzazione e servizi mensa, denunciandone ritardi ed emergenze da affrontare anche per quel che riguarda trasporti, palestre e sostenibilità energetica, tre servizi non contemplati dai LEP riguardanti l’istruzione. E l’autonomia differenziata non aiuta il sistema scolastico, anzi; come la stessa Legambiente sottolinea, rischia di aumentare il divario nelle aree più fragili del Paese come il sud e le aree interne, poiché questi servizi non sono presenti o, se ci sono, non sono efficienti in tutte le scuole italiane.
Ancora divario Nord-Sud per finanziamenti e progetti
Persiste nella Penisola il divario tra Nord e Sud anche in termini di capacità progettuale, di reperimento dei fondi ma anche di consistenza di tali fondi e di finalizzazione della spesa. In particolare, per quel che riguarda i fondi nazionali per l’edilizia scolastica per interventi di diversa tipologia, nel 2023 nel Nord e nel Sud la media dei fondi nazionali ricevuti per edificio scolastico è stata di circa 1,4milioni di euro, nel Centro il dato scende a poco più di 600mila, per arrivare a meno di 300mila euro a edificio nelle Isole. Fondi esigui, quest’ultimi, per la messa in sicurezza e l’efficientamento degli edifici scolastici. Differenti anche i tempi di durata dei cantieri: se in alcune regioni del Nord possono essere di 8-10 mesi dallo stanziamento della risorsa all’opera ultimata, in diverse regioni del Sud possono invece arrivare a 24 mesi.
Legambiente presenta 10 proposte
Alla luce della fotografia scattata dal report Ecosistema Scuola, Legambiente presenta 10 proposte che hanno come filo rosso un grande piano di rigenerazione partecipata delle scuole a partire da una manutenzione, gestione, organizzazione e qualità della scuola migliore. Primo intervento importante da mettere in campo, attivare da parte degli Enti Locali processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di Comunità. A seguire, tra gli interventi prioritari per Legambiente, occorre ampliare la funzione dell’anagrafe scolastica rendendo trasparenti le informazioni sullo stato di avanzamento degli interventi per l’edilizia scolastica e relativi finanziamenti; creare una struttura di governance per facilitare accesso e gestione dei fondi per l’edilizia scolastica da parte degli Enti Locali e garantire il funzionamento dell’Osservatorio per l’edilizia scolastico; attuare e replicare, dove mancano, le buone pratiche attive sul territorio, quali per esempio, la mobilità scolastica sostenibile e sicura, nuovi spazi educativi ed innovativi e percorsi formativi sull’alimentazione corretta; infine, rafforzare il legame tra scuole e associazioni per migliorare i rapporti sociali e l’ambiente.
Le città promosse e bocciate
Secondo il report Ecosistema Scuola, Aosta, Cesena, Trento, Verbania sono le città capoluogo che dichiarano di avere tutti gli edifici con certificato di agibilità e di prevenzione incendi oltre ad essere dotati di accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche. Brindisi, Fermo, Parma sono le città con tutti gli edifici scolastici che usufruiscono del servizio scuolabus. Cesena, Cosenza, Crotone, Lecco, Pordenone, le città con la maggior presenza di scuole servite da pedibus. Aosta, Ascoli Piceno, Bologna, Genova, Mantova, Pordenone, Reggio Emila le sole città che hanno attivato il servizio di bicibus, seppure rivolto a un numero esiguo di scuole. Sul fronte efficientemento energetico, Brescia, Siena, Pordenone, Varese, Gorizia, Modena, Firenze, Rovigo, Bergamo, le città che sono intervenute sul maggior numero di edifici scolastici per l’efficientemento energetico. Quelle bocciate per non avere impianti di energia rinnovabile, Agrigento, Aosta, Brindisi, Vibo Valentia.
Focus su Piemonte e Valle d’Aosta
Il sistema scolastico piemontese e valdostano si conferma anche quest’anno sopra alla media nazionale per aver investito tanto in molti parametri legati all’accesso agli impianti sportivi, alle aree verdi, ai progetti educativi, ai servizi mensa, in termini di scelta di prodotti di qualità, riduzione degli sprechi alimentari e raccolta differenziata e alle certificazioni degli edifici scolastici. Tuttavia, in accordo con il trend nazionale, ancora molto rimane da fare sul fronte della mobilità sostenibile casa-scuola, dell’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici.