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“Le parole fanno più male delle botte”: il prezioso messaggio di Carolina nel libro scritto dal papà

Il padre della prima vittima riconosciuta di cyberbullismo racconta un percorso di dolore, rinascita e impegno. Edito da De Agostini, il volume sostiene Fondazione Carolina

“Le parole fanno più male delle botte”: il prezioso messaggio di Carolina nel libro scritto dal papà

Dal 7 ottobre è disponibile in libreria e sui principali store digitali Le parole fanno più male delle botte, il nuovo libro di Paolo Picchio, edito da De Agostini. Un racconto intenso e autentico che ripercorre la storia di Carolina, la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia, e il cammino che da quella tragedia ha portato alla nascita di Fondazione Carolina, punto di riferimento nazionale per la tutela e il benessere digitale di bambini e adolescenti.

“Le parole fanno più male delle botte”: il libro del papà di Carolina

Il volume, che si apre con la prefazione dello psicologo Matteo Lancini, è arricchito da un glossario sui principali fenomeni e pericoli online, curato dal Comitato scientifico di Fondazione Carolina. Non solo memoria, dunque, ma anche uno strumento educativo pensato per studenti, insegnanti e famiglie.

«Mia figlia lo scrisse prima di saltare nel vuoto: “Il bullismo, tutto qui? Siete così insensibili?” – ricorda Paolo Picchio –. Da quel giorno tutti sanno che il bullismo non è una ragazzata, ma una ferita che può distruggere vite e famiglie. Questo libro è un appello a non distogliere lo sguardo, a trasformare il dolore in impegno concreto».

La pubblicazione si inserisce in un contesto in cui cresce l’attenzione istituzionale verso la sicurezza digitale dei minori, dalla regolamentazione sull’uso degli smartphone a scuola alle nuove leggi sulla tutela online.

Il caso di Carolina, spiega Ivano Zoppi, segretario generale di Fondazione Carolina, «resta un punto di svolta: la prima denuncia di un male ancora sottovalutato, ma anche un messaggio di speranza che oggi continua attraverso il lavoro della Fondazione».

Negli ultimi anni l’organizzazione ha formato oltre mezzo milione di studenti e gestito circa 300 casi di violenza online attraverso il primo Pronto intervento Cyber, fino all’apertura del Centro Re.Te. per il recupero terapeutico di giovani con disagio o dipendenza digitale.

Il libro è stato presentato a Roma, nella Sala Nassirya del Senato, durante un incontro promosso dalla senatrice Lavinia Mennuni, prima firmataria del disegno di legge 1136 per la tutela dei minori nella dimensione digitale. «L’impresa silenziosa di un padre – ha dichiarato la senatrice – che ha avuto l’umiltà di circondarsi di competenze e strumenti per proteggere le nuove generazioni».

«Questo libro – conclude Ivano Zoppi – è la prima pietra di un nuovo percorso. Dobbiamo imparare ad ascoltare i ragazzi, a parlare con loro sulle loro stesse frequenze. Solo così potremo costruire un futuro digitale più umano e sicuro».