Lago d’Orta: i primi risultati di Cusio 2030
Il progetto, iniziato nel 2023, si concluderà nel 2026 e rientra all’interno di uno dei più partecipati Contratti di Lago realizzati in Italia, con 140 realtà territoriali aderenti

Un progetto dedicato alla tutela della fauna tipica delle zone lacustri.
I dettagli
Le prime iniziative concrete sono volte al ripristino e alla valorizzazione della biodiversità acquatica autoctona e alla creazione delle condizioni per conservarla nel tempo.
Il progetto, iniziato nel 2023, si concluderà nel 2026 e rientra all’interno di uno dei più partecipati Contratti di Lago realizzati in Italia, con 140 realtà territoriali aderenti.
Sono coinvolti: Provincia di Novara, Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, l’Istituto di Ricerca sulle Acque IRSA (CNR) di Verbania e l’Associazione Amici del Fermi. L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Conservare, valorizzare e sostenere la biodiversità acquatica del Lago d’Orta: questi gli obiettivi del progetto “Cusio 2030” dedicato a rafforzare il processo di recupero dello stato ecologico del lago d’Orta, quinto lago del Nord Italia. Promosso grazie al bando “Simbiosi. Insieme alla natura per il futuro del Pianeta” della Fondazione Compagnia di San Paolo con un sostegno pari a 340 mila euro, il progetto ha già visto i primi risultati concreti, con lo sviluppo di iniziative volte al ripristino e alla valorizzare della biodiversità acquatica autoctona del lago d’Orta e alla creazione delle condizioni per conservarla nel tempo.
L’iniziativa, che ha come ente capofila la Provincia di Novara, è stata avviata insieme ai partner Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, l’associazione “Amici del Fermi” di Arona e l’Istituto di Ricerca sulle Acque IRSA (CNR) di Verbania, che hanno illustrato in conferenza stampa le prime considerazioni sulle attività in corso.
Gli obiettivi del progetto
Gli obiettivi di Cusio 2030 sono: la conservazione e dell’ambiente e il ripristino della biodiversità ante inquinamento nell’ecosistema del Lago d’Orta da realizzarsi mediante un approccio multidisciplinare di monitoraggio e studio dell’ecosistema, il contrasto delle specie acquatiche invasive e la reintroduzione di specie ittiche autoctone (agone, pigo, luccio Italico, trota marmorata) oggi non ancora spontaneamente ritornate dopo il risanamento chimico delle acque, mediante liming, avvenuto nel 1989, quando il lago era tra i più acidificati d’Europa. L’operazione di risanamento ebbe la direzione tecnico scientifica dell’Istituto italiano di idrobiologia IRSA CNR, grazie al quale si riuscì a risanare le acque acide riportando il PH a livelli più che ottimali, attraverso un processo di aggiunta di circa 15 mila tonnellate di carbonato di calcio.
Un’altra importante attività in sviluppo è il contenimento delle specie aliene invasive attraverso studi e rimozione degli esemplari. A questo si aggiungono, nel corso del triennio 2024-2026, attività di educazione ambientale con le scuole del territorio. Il progetto Cusio 2030 e tutti gli interventi previsti si collocano all’interno del “Contratto di Lago del Cusio”, uno dei più partecipati contratti di lago realizzati in Italia, che ha coinvolto 140 realtà territoriali tra cui tutte le istituzioni, molte tra le più importanti aziende del territorio e tante associazioni, con cui si sono definiti obiettivi a lungo periodo e sinergie per la tutela del lago.
Le attività realizzate a oggi: il posizionamento delle legnaie e il ripopolamento ittico
Nel periodo autunnale sono state posizionate delle legnaie nel lago (presso le località di Bagnera di Orta, Punta Casa Rio, Spiaggia Miami e presso il Lido di Gozzano), a circa dieci metri di profondità circa calandole con un elicottero. Si tratta di enormi cataste di legna e rami che hanno lo scopo di creare una zona di rifugio dove i pesci possono nascondersi dai predatori e deporre le uova. Queste strutture di legno saranno periodicamente rinforzate al fine di far fronte al naturale deterioramento e creare così luoghi di nidificazione ittica e rifugio da monitorare per almeno un decennio. Sono state svolte operazioni di ripopolamento, mediante l'immissione nelle acque del Lago di avannotti di luccio italico nati e svezzati nell'incubatoio del CNR, oltre che uova fecondate di agone. Negli affluenti del Lago sono state posizionate anche uova fecondate e larve di trota marmorata. Il monitoraggio di questi interventi continuerà nel corso del 2025 e nella primavera del 2026.
Per tutto il 2025 proseguiranno gli studi e le analisi del primo monitoraggio dell’avifauna ittiofaga presente sul lago, avvenuto nei mesi autunnali e invernali del 2023 e 2024 e commissionato dalla Provincia di Novara ai naturalisti Manuel Piana di Cooperativa Valgrande e Società di scienze naturali del VCO e Lorenzo Laddaga della Società di scienze naturali del VCO. A oggi è stata confermata la presenza significativa, anche se fluttuante durante il corso dell’anno, di uccelli che si nutrono anche delle specie di pesci oggetto di ripopolamento (il cormorano, lo svasso maggiore - anche se in quantità inferiore - e lo smergo maggiore). L’intento della ricerca avviata è comprendere meglio il comportamento di queste specie che godono di un territorio molto ampio per la caccia e la
riproduzione. Infatti, alcuni esemplari provenivano dal nord Europa, a testimonianza di un’attività migratoria ad ampio raggio.
Il monitoraggio e la rimozione del gambero della Louisiana e le attività di divulgazione Un’ulteriore attività di monitoraggio è stata eseguita sul gambero di fiume della Louisiana, una specie aliena e invasiva che si è particolarmente sviluppata nel Lago d’Orta per l’assenza di animali originari in grado di cacciarla e contrastarla. Questo gambero ha popolato in modo incontrollato diversi bacini italiani ed è dannoso per l’ecosistema lacustre poiché tende a depauperare il lago e i fiumi dalle diverse specie autoctone mediante azione predatoria diretta, per competizione per le risorse alimentare ma anche con la trasmissione di malattie. Il lago viene monitorato in tempo reale, 24 ore su 24 e sette giorni su sette grazie a una boa limnologica dotata di sensori che consentono di verificare la temperatura, il PH, la clorofilla, la conducibilità elettrica, il vento e altre variabili in grado di condizionare lo sviluppo di fauna e flora. La boa è stata posata grazie al sostegno della Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini nell’ambito del progetto.
Queste attività si integrano con le azioni attivate con altri tre progetti del Contratto di Lago del Cusio: l’installazione di webcam in punti panoramici attorno al lago, l’uso di una speciale telecamera subacquea visionabile dal pubblico in grado di monitorare in tempo reale le attività dei pesci nei siti di nidificazione e il reinserimento della cozza di acqua dolce, grazie al progetto Ris-Orta, con finalità di bio-monitoraggio del livello di inquinamento del lago, in quanto particolarmente reattiva alla presenza di metalli pesanti nell’acqua.
Grazie alla sinergia tra Ecomuseo e Amici del Fermi, è stata realizzata una programmazione condivisa delle attività didattiche presso gli istituti scolastici del territorio: lezioni teoriche in classe si sono alternate ad attività outdoor in cui gli studenti hanno appreso e sperimentato sul campo i principali contenuti di Cusio 2030. Sono state coinvolte classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio oltre ai ragazzi di due licei, il “Fermi” di Arona e il “Galileo Galilei” Gozzano.
I risultati di tutti questi progetti e altri ancora sono stati divulgati al pubblico all’interno della rivista Le Rive (Anno XXXIV - III Serie n. 6) e attraverso l’esposizione itinerante “Ambiente in Mostra”, già allestita presso il Sacro Monte di Orta San Giulio e nei Comuni di Gargallo e Gozzano e che sarà ospitata nei prossimi mesi in altre località del territorio, organizzata dall’Ecomuseo del lago d’Orta e Mottarone.
Secondo Davide Molinari, consigliere della Provincia di Novara delegato alla Gestione e programmazione del territorio: “Con l’attuazione dei vari step progettuali di Cusio 2030, stiamo raggiungendo importanti risultati grazie a un meticoloso lavoro svolto sul piano scientifico. Abbiamo attivato una solida rete di collaborazioni e rapporti ottimali in termini di contributi tecnici. C’è un forte radicamento e coesione territoriale”. Giuseppe Maio, consigliere della Provincia di Novara delegato a Caccia e Pesca invece spiega: “Sono da ritenersi particolarmente significative le azioni progettuali sviluppate che rientrano pienamente nelle politiche attive di contrasto alla perdita di biodiversità acquatica e al ripristino della funzionalità ecologica dei corpi idrici superficiali portati avanti da Enti pubblici, Parchi e realtà associative negli ultimi dieci anni”.
“Le attività svolte hanno permesso di ampliare il quadro di conoscenze sull’ecosistema del Lago d’Orta, oltre a mettere a punto interventi basati su un approccio scientifico, finalizzati all’incremento della biodiversità acquatica di questi ambienti. Le specie di pesci immesse sono state prima analizzate geneticamente così da escludere la presenza di ibridi o forme non originarie. Le attività di rimozione di specie aliene sono state basate su protocolli standardizzati a livello europeo, così da garantire non solo il successo delle operazioni ma anche la possibilità di portare i risultati di questi interventi anche sui tavoli internazionali, valorizzando quanto fatto su scala locale.” spiega Pietro Volta di IRSA (CNR).
“Cusio 2030 prosegue la linea già tracciata dal progetto IttiOrta, realizzato tra il 2014 e il 2018, finanziato dal Demanio Idrico Lacuale del Lago d'Orta per il miglioramento dello stato ecologico del lago mediante interventi sulla fauna ittica. Si continua così con azioni concrete sulla strada della collaborazione tra diversi enti del territorio, sempre nell’ambito di quanto previsto dal Contratto di Lago del Cusio. Questo è un importante patto territoriale che vede coinvolta anche la Regione Piemonte e di cui Ecomuseo è il soggetto animatore che ha portato anche altri importanti risultati, come il progetto di tutela dei canneti del lago, il riposizionamento della boa limnologica col sostegno della Fondazione Giacomini, il biomonitoraggio tramite cozze d’acqua dolce per il progetto Ris-Orta” spiega Giovanni De Bernardi Presidente di Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone Marco De Nigris, referente dell’azione Ambientiamo La Scuola (Amici del Fermi) spiega: “Abbiamo strutturato un piano educativo quadriennale (2022-2026) con l’azione educativa “AmbientiAmo la scuola” per portare Cusio 2030 nelle scuole. Abbiamo coinvolto giovani professionisti del territorio e le scuole superiori e primarie presenti tra il Lago Maggiore e Il Lago d’Orta. Inoltre, abbiamo avviato un percorso formativo anche per i docenti, utile a favorire una ricaduta di lungo termine dell’azione educativa”.