Il caso

La chiesetta dimenticata di via Mossotti continua a costare cara al Comune di Novara

Tra discendenti dei proprietari che non ottemperano alle ordinanze e una causa alla Diocesi, l'amministrazione è costretta a sobbarcarsi le spese per la sicurezza

La chiesetta dimenticata di via Mossotti continua a costare cara al Comune di Novara
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Un edificio antico, sconsacrato e in abbandono da anni, oggi al centro di una vicenda complessa che mescola degrado, responsabilità sfuggenti e un contenzioso giudiziario ancora aperto.

La chiesetta dimenticata di via Mossotti costa cara al Comune

È la storia, surreale per certi versi, della piccola chiesa di San Luigi, in via Mossotti a Novara. Una delle più antiche della città – i primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono al 1202 – oggi ridotta a un rudere circondato da ponteggi che il Comune si è visto costretto a installare e mantenere con fondi propri.

Il degrado dell’edificio, un tempo appartenente alla famiglia Tornielli Bellini di Vergano e successivamente utilizzato dalla Diocesi per attività ricreative, è sotto gli occhi di tutti almeno dal 2017, anno in cui la caduta di intonaco dalla facciata e dal campanile rese necessarie “opere di somma urgenza a tutela dell’incolumità pubblica”. Il Comune intervenne subito, installando un’impalcatura e avviando una difficile ricostruzione storica per risalire ai proprietari, che però – all’atto pratico – restano irreperibili o comunque inerti.

Nonostante un’ordinanza urgente firmata dal sindaco e notificata a tre discendenti individuati tramite una ricerca genealogica, nessuno ha eseguito gli interventi richiesti. Così l’Amministrazione ha dovuto farsi carico delle spese: quasi 110.000 euro per la messa in sicurezza iniziale e, di recente, ulteriori 44.000 euro per prolungare fino a maggio 2026 il noleggio del ponteggio.

Nel frattempo, però, la vicenda si è spostata anche sul piano legale. Nel 2019 il Comune ha avviato un’azione giudiziaria contro gli eredi della famiglia Tornielli Bellini, e l’anno seguente anche contro la Diocesi di Novara, accusata di non aver preso provvedimenti per evitare il degrado quando ancora deteneva le chiavi dell’immobile, fino al 2015.

Secondo l’Avvocatura civica, la sentenza del giudice dovrebbe essere imminente. Ma anche in caso di esito favorevole per il Comune, i tempi di un eventuale intervento risolutivo restano incerti. E intanto, il conto continua a salire, sulle spalle dei novaresi.

 

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