Taglio del nastro

Inaugurato a Novara il nuovo Centro Spazio Donna con Liberazione e Speranza

Al civico 7 di via Canobio un presidio accreditato per aiutare le vittime di violenza. Già 42 i percorsi attivati nel 2024

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È stato inaugurato il 5 giugno a Novara, in via Canobio 7, il nuovo presidio distaccato del Centro Spazio Donna, un punto di riferimento fondamentale per l’accompagnamento delle donne vittime di violenza.

Inaugurato a Novara il nuovo Centro Spazio Donna

Videoservizio di Sara Perozzi per Telecity

Il progetto nasce dalla coprogettazione tra l’associazione Liberazione e Speranza (Les) e il Comune di Novara, ed è accreditato in Regione Piemonte.

Una rete di sostegno vera e operativa, come hanno voluto sottolineare tutti gli attori coinvolti.

«Collaborare con le istituzioni ci permette di mettere in campo strumenti che da soli non potremmo avere» ha spiegato Elia Impaloni, presidente di Les. «Il Comune ha distaccato due assistenti sociali e un educatore, e grazie al supporto delle forze dell’ordine, dell’Ordine degli avvocati e dell’Azienda ospedaliero-universitaria, oggi possiamo offrire un servizio a 360 gradi».

E i numeri confermano l’efficacia del lavoro svolto: 42 percorsi di accompagnamento attivati da gennaio a oggi, 5 ingressi in casa emergenza, 12 in hotel protetti e 50 accoglienze di secondo livello in strutture a indirizzo segreto.

Il centro garantisce reperibilità h24, ricevimento su appuntamento, accoglienza in emergenza e di secondo livello, oltre a consulenze legali, supporto psicologico, percorsi formativi e di inserimento lavorativo.

«L’obiettivo è accompagnare concretamente le donne nel loro percorso di uscita dalla violenza» ha aggiunto Impaloni. «E se ci riusciamo, è perché abbiamo un territorio che ci sostiene».

All’inaugurazione era presente anche il questore Fabrizio La Vigna:

«Queste strutture sono essenziali. Noi siamo formati per gestire l’emergenza, ma il vero problema è il “dopo”. Alle donne va garantito un futuro».

Il tema del cambiamento culturale è stato centrale anche negli altri interventi.

«Le donne che vivono queste situazioni sono spesso accanto a noi, ogni giorno – ha detto il viceprefetto aggiunto Carla Milazzo –. La forza della rete costruita da Les e Comune è un esempio da seguire».

Ma, come ha ammesso con lucidità la dirigente dei Servizi sociali Patrizia Spina, la sfida è ancora enorme:

«Nonostante gli sforzi, i numeri non calano. Lavoriamo anche con gli autori di violenza e nelle scuole, ma è come scontrarsi con un muro».

Proprio per questo è fondamentale partire dall’educazione.

«C’è un forte disordine affettivo nei giovani – ha osservato Impaloni – e servono percorsi di “rialfabetizzazione” delle emozioni che coinvolgano anche le famiglie».

Il Comune è già attivo su questo fronte.

«Abbiamo avviato progetti contro la violenza di genere nelle scuole – ha spiegato l’assessora Giulia Negri –. Le istituzioni devono esserci, sempre, per trasmettere il senso di ciò che è giusto».

A chiudere l’incontro, l’intervento dell’assessora Teresa Armienti:

«Le parole a volte non bastano. Essere presenti significa assumersi una responsabilità: quella di promuovere un cambiamento vero».

E se è vero che la strada è ancora lunga, un segnale incoraggiante arriva dai dati:

«L’80% dei procedimenti penali oggi sono per Codice Rosso – ha ricordato Lucia Gallone, dell’Ordine degli avvocati –. È un dato allarmante, ma significa anche che le donne denunciano di più».

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