Cordoglio

Gattico in lutto per Nonna Uccia, avrebbe compiuto 102 anni a ottobre

Aveva lavorato in una tessitura a Somma Lombardo, a Gattico in una piccola fabbrica in viale San Rocco sempre nel medesimo settore produttivo, e poi al ricamificio Furlani Marescalchi.

Gattico in lutto per Nonna Uccia, avrebbe compiuto 102 anni a ottobre
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Lutto a Gattico per Nonna Uccia: la donna, al secolo Maria Gnemmi, avrebbe comiuto 102 anni a ottobre.

Addio a Nonna Uccia a Gattico: la donna aveva 101 anni

Avrebbe compiuto 102 anni il 17 ottobre Maria Gnemmi. Conosciuta come "Nonna Uccia", è mancata sabato 17 maggio, stretta nell'abbraccio della famiglia che le voleva bene e a cui lei ha dato molto. Lascia le figlie Mariangela e Carla con Gianfranco, i nipoti Fabrizio con Alessandra ed Elisa, Luca con Simona e Chiara, Fabio con Fabiana e Francesco. Il suo carattere allegro e spumeggiante veniva apprezzato dai residenti di viale San Rocco in località Gattico, dove Maria abitava. Inoltre, stando alle tante visite che riceveva, tutta la comunità le ha donato molto affetto, soprattutto negli ultimi anni. Aveva lavorato in una tessitura a Somma Lombardo, a Gattico in una piccola fabbrica in viale San Rocco sempre nel medesimo settore produttivo, e poi al ricamificio Furlani Marescalchi. Una volta tornata a casa, come era costume nei decenni scorsi, si è occupata della campagna e degli animali di cui la famiglia era proprietaria. Sposò Franco Pirali, mancato nel 1983, dopo la seconda guerra mondiale. Pur vedova da molto tempo, Maria non perse mai lo spirito e la voglia di vivere.

Il soprannome glielo diede una nipote

«Il soprannome Nonna Uccia glielo diede una nipote - dice la figlia Carla, conosciuta per il suo ruolo di maestra in varie scuole dell'infanzia tra cui quella gatticese - fino a Natale 2024 è rimasta in forma, a gennaio 2025 ha preso una brutta influenza con tosse e da lì le difficoltà sono aumentate, fino al recente aggravamento. Le siamo stati vicini sempre, in particolare nutriva un amore sconfinato per i nipoti. Ascoltavamo i suoi sermoni: ci teneva a indicare la strada giusta per il nostro futuro. Amava vedere posti nuovi, ha viaggiato tanto con le amiche e, anche quando le forze sono diminuite, la domenica pomeriggio passava con loro tanto tempo a chiacchierare e a fare merenda. Anche durante la settimana riceveva visite, la solitudine non era proprio nel suo Dna. Da persona coinvolgente qual era, riusciva a essere "moderna" nei discorsi sebbene arrivasse dalla cultura "di una volta". E' giunta agli ultimi momenti con la fortuna dalla sua parte nella salute, ma alla fine diceva di essere stanca. Se n'è andata con un sorriso, lucida e, mentre parlava, è spirata con la famiglia accanto ancora una volta. Diceva che non voleva morire con dolore e sola. Ci è riuscita».

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