Epatologia all’avanguardia: l’AOU di Novara pioniere in Piemonte con nuove cure
Team coordinato dalla professoressa Cristina Rigamonti

L’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara si conferma ancora una volta punto di riferimento regionale e nazionale nel campo dell’epatologia, distinguendosi per l’adozione di approcci terapeutici all’avanguardia.
I dettagli
Il team epatologico dedicato alle epatopatie autoimmuni dell’AOU di Novara, coordinato dalla professoressa Cristina Rigamonti della struttura complessa a direzione universitaria “Medicina interna 1” e diretta dal professor Mario Pirisi, è l’unico in Piemonte ad aver avviato l’utilizzo di terapie di seconda linea di nuova generazione con agonisti PPAR per il trattamento della colangite biliare primitiva (PBC). La PBC è una rara patologia autoimmune cronica del fegato che, se non trattata adeguatamente, può evolvere fino alla cirrosi.
Queste nuove terapie, fondamentali per quei pazienti che non rispondono alla terapia standard con acido ursodesossicolico, sono state rese disponibili grazie all’adesione a programmi di accesso prioritario, che hanno permesso al team epatologico dell’AOU di somministrare i trattamenti prima ancora della loro commercializzazione in Italia.
L’introduzione di queste cure ha rappresentato un passaggio importante verso una medicina sempre più personalizzata, con benefici tangibili in termini di qualità della vita e prognosi clinica per i pazienti coinvolti.
L’attività del gruppo epatologico novarese si distingue non solo per l’eccellenza clinica, ma anche per l’integrazione virtuosa tra ricerca scientifica, pratica clinica e accesso anticipato alle innovazioni terapeutiche. Un modello che dimostra come innovazione, competenza e visione possano tradursi in risultati concreti per la salute dei cittadini.