Commissione di Malpensa: "L'atto votato? Il solito pasticcio"
La raccolta firme avviata dai promotori del Comitato proseguirà il prossimo 12 aprile con l’appuntamento in piazza Fratelli Cervi a Castelletto a partire dal mattino

Un “pasticciaccio brutto malpensato”. E’ con questo gioco di parole che il presidente del Comitato dei cittadini di Varallo Pombia per l’aeroporto di Malpensa, Ferruccio Gallanti, commenta l’ultimo sviluppo della vicenda della lotta avviata dai Comuni piemontesi per ottenere il diritto di voto in Commissione aeroportuale.
I fatti
Per Gallanti, per il suo Comitato e per il Comitato Territoriale Malpensa di Lonate Pozzolo che firma un comunicato congiunto sul tema, esisterebbe un “disegno” preciso volto a escludere gli enti piemontesi da ogni possibile prospettiva futura nel processo decisionale. «Sembra un disegno ideato appositamente per escluderci dal futuro di Malpensa - dice Gallanti - non si capisce in virtù di quale principio di diritto, ma recentemente è stato resa nota la pubblicazione di un “atto costitutivo della Commissione aeroportuale ex D.M. 31.10.1997”. Un documento che, a più di 25 anni di distanza dall’effettiva costituzione della Commissione aeroportuale, va a contraddire palesemente il Decreto ministeriale al quale si richiama.
Se infatti il Decreto del 1997 indicava all’articolo 6 "nella caratterizzazione acustica aeroportuale, le Commissioni definiscono le zone all’unanimità, in caso contrario è necessario convocare una conferenza dei servizi presso la Regione o il Ministero dei Trasporti ed infrastrutture ai sensi dell’art.14 della Legge 241/90”, il nuovo atto costitutivo stabilisce invece che queste decisioni possono essere prese in caso di sperimentazione prevedendo “la votazione a maggioranza dei componenti, al fine di non annullare la procedura di voto, è necessario che venga garantita la partecipazione di tutti i componenti, anche ricorrendo all’istituto della delega o alla partecipazione da remoto”». Una modifica sostanziale che secondo i rappresentanti del Comitato deriva da un accordo tra gli attuali rappresentanti della Commissione aeroportuale che potrebbe portare a decisioni sulle rotte e i decolli stabilite senza il parere positivo non solo dei sindaci dei Comuni piemontesi (che attualmente in Commissione non hanno nemmeno il diritto di voto), ma senza neanche l’assenso dei primi cittadini lombardi della cosiddetta fascia del sedime aeroportuale.
«L’emblematico risultato della Commissione aeroportuale del 17 marzo - scrive Gallanti - una realtà espressa di una votazione di 15 a favore e 3 astenuti, evidenzia e annuncia l’impraticabilità di condividere rotte di decolli, genericamente, a minor impatto acustico. Il riscontro sulla definizione della caratterizzazione acustica aeroportuale stabilito dal decreto del Ministero del 1997 è stato inconcepibilmente contraddetto dall’atto costitutivo della Commissione aeroportuale, condiviso il 23 dicembre del 2023 con i Comuni lombardi.
Per quale incognita ragione è stato predisposto e sottoscritto tale “accordo”? Avvenuto dopo la votazione della prima “zonizzazione acustica di Malpensa”, dopo 25 anni dall’istituzione di tale Commissione? Come preludio di sei mesi inutili di “sperimentazione”? Un pacchetto di rotte di decollo che, fatto salvo le rotte verso l’Ovest decollando dalla pista 35 Sinistra – con riduzione dei cittadini e kmq impattati da valori superiori a 60 LVA, anche un accresciuto indice di Lday-Lnight della Classificazione Acustica Comunale, non potrà che procurare aggravanti ricadute acustiche LVA sui decolli dalla pista 35 Destra e sui decolli - nella quasi totalità notturni – dalle piste 17 Sinistra e 35 Destra. Nello scenario di un progressivo incremento dei movimenti e decolli, voli, dai 202 mila/anno del 2023, ai 214mila/anno del 2024, ai probabili 230/240 mila/anno del 2025, verso il plafond dei 315 mila movimenti/anno, gli abitanti di Arsago, Casorate Sempione, Lonate Pozzolo, Nosate e Turbigo non avranno alcun beneficio. Anzi. Decolli a pieno carico diurni, ma soprattutto notturni, di velivoli freighter di 300/400/500 tonnellate, con l’aggravante dei decolli da punti di pista intermedi, riproducono esplosioni sonore inestimabili.
Tra impatto acustico medio rilevato dalle centraline a quello, invece, diretto, percepito dei cittadini. Sorvoli a bassa quota: situazioni angoscianti. Che si accumulano e che genereranno un frastuono costante e continuato. Come è ben noto le rotte di decollo non sono binari, ma sono concepite in una rotta nominale/virtuale e almeno tre sotto-tracce laterali, per una dispersione laterale che potrebbe essere di un miglio nautico per lato. Fino a milleseicento metri laterali. Le eventuali virate a bassa quota, da asse pista verso rotte 036 e 069, appiattiscono il gradiente di salita, scarozzano il percorso, generano extrarumore. La speranza di Nosate, con una virata minima, virtuale, ad Ovest dalla pista 17 Destra, ignora la tecnica aeronautica e auspica voli monorotaia (M654 Fly by o Fly over?). Le argomentazioni tecniche aeronautiche/acustiche relative sono evidenze note agli esperti, ma, probabilmente, non altrettanto per i rappresentanti del Cuv. Gli astenuti della Commissione del 17 marzo, purtroppo, hanno posto interrogativi che non potranno avere risposte adeguate. Il divario tra la percezione del singolo cittadino e le proiezioni in Lva (livello di valutazione del rumore aeroportuale, ndr) derivate dalla singola centralina costituisce un gap “cognitivo”, comunque, insormontabile. Votare a maggioranza cosa significa? Impedire ai rappresentanti dei Comuni citati di tutelare e salvaguardare efficacemente i cittadini?».
Nel frattempo il Comitato prosegue la sua battaglia civile per manifestare la volontà dei cittadini piemontesi di avere voce in capitolo sul futuro di Malpensa. La raccolta firme avviata dai promotori del Comitato infatti, proseguirà il prossimo 12 aprile con l’appuntamento in piazza Fratelli Cervi a Castelletto a partire dal mattino».