Commercio, la fotografia del 2024: aperte 121 nuove attività, a fronte di 98 chiusure
Saldo positivo di 23 unità

I quartieri a saldo positivo sono centro, S. Agabio e S. Andrea. Soffrono S. Cuore e S. Martino
Il commercio a Novara non sta benissimo. E le tante vetrine lasciate vuote da attività che hanno chiuso ne è un chiaro sintomo. Ma la situazione, alla fine, non è nemmeno così tragica... Almeno secondo i dati raccolti dall’assessorato illustrati la scorsa settimana in commissione dall’assessore Maria Cristina Stangalini e riferiti all’anno scorso.
I dati
Nel 2024, in città si sono registrate 121 nuove aperture a fronte di 98 cessazioni, con un saldo positivo, dunque, di 23 unità (nella tabella qui a fianco la situazione dettagliata, quartiere per quartiere). Fatti salvi i numeri relativi al centro, dove tradizionalmente si concentra il maggior numero di attività commerciali (43 le nuove aperture, 37 le cessazioni), i quartieri che hanno registrato il saldo più positivo - ha illustrato l’assessore Stangalini - sono stati Sant’Agabio (7, con 19 aperture e 12 chiusure) e Sant’Andrea (6, 8 aperture e 2 cessazioni). Più in sofferenza, invece, Sacro Cuore (che chiude il 2024 a -6, con 11 chiusure a fronte di 5 nuove attività) e San Martino ( -3, 17 cessazioni e 14 aperture).
Quanto alle tipologie, nel 2024 in città hanno aperto complessivamente 74 attività di commercio al dettaglio (10 delle quali di alimentari e 9 “miste”), 17 esercizi di somministrazione, 17 estetisti e 14 acconciatori.
Il parere di Sara Paladini
Un quadro, quello fornito dall’Ufficio commercio, «soltanto parziale», secondo la commissaria Pd Sara Paladini: «Qui abbiamo solo i dati del 2024, ma sarebbe necessario un raffronto più ampio. La crisi del commercio esiste e le tante vetrine chiuse sono la cosa più evidente. Ma c’è anche un discorso di impoverimento del commercio al dettaglio: alcune attività sono praticamente scomparse... E anche questo è un segnale che la città si è impoverita e la gente ha meno soldi sa spendere». Quanto al centro storico, ha proseguito Paladini, «dire che la colpa delle chiusure è solo degli affitti troppo alti è una visione miope. Dobbiamo ragionare insieme, parlare anche con le associazioni di categoria, valutare il range degli affitti, pensare magari a delle agevolazioni sulle imposte...».
Le parole dell'assessore Stangalini
Una visione che ha trovato concorde l’assessore Stangalini: «Certamente il commercio è legato al sociale, al turismo, al marketing territoriale, alla sicurezza... La crisi c’è, ovunque, ed è innegabile. Ma non possiamo restare senza fare nulla. Sugli affitti, le lamentele ci sono, ma sui privati il Comune può intervenire ben poco... E lo stesso sulla scelta delle attività... E’ vero però che è necessario fare una riflessione seria, anche con altri assessorati. Noi con i commercianti ci confrontiamo, lo stiamo facendo anche ora in previsione della pedonalizzazione di piazza Martiri».
Molto realista Nicola Fonzo (Pd): «Probabilmente, il commercio come lo abbiamo conosciuto in passato e al quale eravamo abituati non esiste più». E i fattori sono molti, a livello “macro”, così come a livello locale: «L’Italia è al penultimo posto in Europa per poter d’acquisto dei salari: c’è un problema di qualità del lavoro strettamente connesso alla possibilità di spesa. E poi c’è da tener conto della massiccia diffusione dell’e-commerce». Quanto alla dimensione più strettamente novarese, ha proseguito Fonzo, «se non si pone un freno all’apertura di nuovi supermercati, la rete dei piccoli commercianti soffrirà sempre di più».
Ma dunque come incentivarli a “resistere”? «Non esiste una soluzione unica, nè semplice - ha ribadito l’assessore - Bisogna pensare a iniziative utili, ma servono anche i fondi e bisogna capire come spenderli al meglio. A giugno usciranno i nuovi bandi regionali, che saranno incentrati sulle tematiche dell’innovazione e della digitalizzazione. Il nostro Distretto urbano del commercio sta funzionando e ora si sta costituendo, su iniziativa della Provincia, anche il Distretto del cibo, al quale come Comune abbiamo aderito convintamente, nella speranza che possa arrivare qualche soldo in più».
Dai banchi della maggioranza, anche Camillo Esempio (Fdi) ha espresso qualche perplessità: «Quello che si sta facendo va benissimo, ma forse occorrerebbe fare qualcosa in più. Io onestamente di iniziative di rilancio non ne ho sentite molte...».
«Di cose se ne fanno, spesso però è difficile ottenere la partecipazione dei commercianti. Ma la volontà di continuare su questa strada non manca e continuiamo ad interfacciarci con loro: oltre alle notti bianche, stiamo lavorando anche a un progetto innovativo con Cabiria Teatro, che dovrebbe partire il prossimo autunno e che coinvolgerà non solo il centro, ma anche le periferie. L’obiettivo è quello di portare il teatro in luoghi dove solitamente non ci si aspetta di trovarlo, nei negozi, con l’obiettivo di far vivere a persone che a teatro non vanno mai, una piccola rassegna culturale a km 0 e dare risalto e pubblicità alle attività commerciali coinvolte e facendo conoscere la loro storia e i loro prodotti».