Collegamenti carenti tra Biella e Milano? "La soluzione è passare da Arona"
Si tratterebbe di riaprire però una vecchia linea chiusa da decenni

Si parla tanto, negli ultimi anni, della riapertura della linea Arona-Santhià. Cortei lungo i binari, comitati, sindaci che appoggiano le tante richieste, incontri e studi di fattibilità. Ma c'è un altro collegamento chiuso la cui riapertura viene chiesta dalla vicina Biella: si tratta della Rovasenda-Arona.
Il caso
È la proposta, suggestiva, avanzata dal biellese Franco Mino, ex consigliere comunale della Lega, per risolvere l’annoso problema del collegamento su rotaia da Biella verso il capoluogo lombardo.
Suggestiva, appunto, perché per diventare praticabile necessiterebbe di un passaggio: la riapertura della linea che da Rovasenda portava ad Arona. La teoria di Mino è semplice: se oggi buona parte dei problemi sono legati al “sovraffollamento” della Torino-Milano, la soluzione sarebbe far passare da un’altra parte i treni biellesi, riaprendo la Rovasenda-Arona e potendo in questo modo arrivare fino a Rho Fiera, da dove è possibile prendere la metropolitana.
«Dai giornali quotidiani leggo che non è possibile secondo l’assessore ai trasporti della regione Piemonte avere il diretto Biella- Milano per mancanza di tratte disponibili sulla Torino-Milano – spiega Mino - Ma gli utenti di Biella hanno la possibilità di arrivare a Milano Rho Fiera e prendere la metropolitana, passando da Arona. Basterebbe riaprirla come sono state riaperte altre linee chiuse senza motivi apparenti, se non di mera non convenienza di costi e ricavi rilevati sulla contabilità aziendale delle ferrovie dello stato, cosa che un ente di proprietà statale mai dovrebbe fare se non dopo aver chiesto il parere degli enti locali. La Rovasenda-Arona incredibilmente non è stata riaperta, anche se era, e lo può essere ancora, una via di fuga alternativa rispetto alla linea verso Novara e da Novara verso Milano».
Sarebbero chiaramente necessari una serie di interventi: «Innanzitutto si devono tagliare le piante cresciute sulla linea dismessa e rimettere dei tratti di rotaie portate via, oltre a ripristinare l’impianto elettrico con la centralina, che è stato oggetto di furto e faceva funzionare tutte le segnalazioni e i passaggi a livello»
Mino sottolinea inoltre che attualmente sono 29 i treni che quotidianamente collegano Arona a Rho, 26 quelli che fanno il percorso inverso. Dunque eventuali diretti che partono da Biella potrebbe andare a sostituirsi, facendo ovviamente scalo ad Arona.
«Vista questa infinità di treni giornalieri nella tratta Arona-Rho e viceversa – aggiunge – penso che sia possibilissimo farne due al primissimo mattino per ambo le direzioni e due in ambo le direzioni alla sera diretti e senza alcuna fermata da Biella a Rho e da Rho a Biella, accorciando notevolmente i tempi. Tutti gli altri potrebbero fare due fermate: una a Cossato ed una ad Arona».
E sull'Arona-Santhià, a che punto siamo?
Lo scorso novembre è partito lo studio per valutare i costi per riattivare linea. La riapertura potrebbe dunque prendere forma. «Per la Arona Santhià confermiamo che abbiamo iniziato il documento di fattibilità delle alternative progettuali, secondo quanto previsto dal codice appalti – così una missiva di Rfi rivolta al sindaco di Arona Alberto Gusmeroli -. Dopo la delibera formale di finanziamento stanziata a dicembre 2023 e deliberata a luglio 2024, ora è in corso l’elaborazione del cosiddetto quadro esigenziale. Successivamente si passerà allo studio del tracciato e all’individuazione degli interventi in campo. La consegna è prevista nel fine primo semestre 2025».
Ricordiamo che la tratta è lunga 66 chilometri e collega dieci località tra il Novarese e il Vercellese: Santhià, Carisio, Buronzo, Rovasenda-Rovasenda Alta, Gattinara, Cureggio, Borgomanero, Comignago, Arona.