Affrontare la crisi climatica, la siccità e gli eventi meteorici estremi è una sfida che richiede collaborazione tra istituzioni, consorzi e produttori. Su queste basi si è svolto presso la sede novarese di Est Sesia, il maggiore consorzio di irrigazione italiano, il Tavolo Tecnico-Istituzionale dedicato alla risicoltura, organizzato dall’Autorità di Bacino del Po.
Cambiamenti climatici e risicoltura: tavolo tecnico a Novara
L’incontro ha coinvolto tutti i principali stakeholder delle Terre del Riso, tra cui rappresentanti regionali di Piemonte e Lombardia, i consorzi di irrigazione Ovest Sesia, Baraggia Biellese e Vercellese, Est Ticino Villoresi, l’Ente Nazionale Risi, le associazioni di categoria CIA, Coldiretti e Confagricoltura, oltre ai vertici di Est Sesia e dell’Autorità di Bacino.
Con circa 200mila ettari tra Vercelli, Novara e Pavia, l’areale risicolo del bacino del Po è una delle zone agricole più grandi e produttive d’Europa, e i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia crescente. I modelli climatici prevedono un aumento delle temperature di 2-3 gradi, più notti tropicali e una distribuzione più concentrata delle precipitazioni, con inverni meno nevosi ed estati più calde e siccitose.
Durante il tavolo tecnico sono stati affrontati temi chiave come la gestione dell’acqua del Lago Maggiore, la condivisione dei dati tra i soggetti territoriali, la normativa europea sul deflusso ecologico e la transizione dalla semina in sommersione a quella in asciutta.
Ettore Fanfani, Commissario Straordinario di Est Sesia, ha commentato:
«Ci sono tre elementi fondamentali da affrontare: l’acqua invernale, la necessità di incentivi per le aziende agricole che adottano metodi tradizionali, e il problema del deflusso ecologico. Solo con una strategia condivisa possiamo garantire sostenibilità e produttività per l’intero bacino del Po».
L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha annunciato che i lavori proseguiranno con ulteriori tavoli e incontri, con l’obiettivo di sviluppare un piano integrato da presentare alle istituzioni entro il 2026. L’iniziativa punta a trovare soluzioni comuni per migliorare la gestione delle risorse idriche nel territorio risicolo più importante d’Europa.