Borgomanero, chiude dopo oltre 120 anni lo storico negozio di frutta e verdura Ferrari
Dal fondatore Bernardo “Puglion” Erbetta ai fratelli Fabrizio e “Chicca” Ferrari: la serranda si abbassa per sempre a causa della concorrenza della grande distribuzione, dei costi e della burocrazia

Ha chiuso dopo più di 120 anni di ininterrotta attività il negozio di frutta e verdura di corso Garibaldi a Borgomanero gestito dai fratelli Fabrizio e Maria Maddalena “Chicca” Ferrari.
Nella foto, i fratelli Fabrizio e “Chicca” Ferrari
Borgomanero, chiude dopo oltre 120 anni lo storico negozio
Le origini della “bottega” risalgono agli inizi del secolo scorso. Il fondatore fu Bernardo Erbetta, soprannominato “Puglion” che all’epoca era specializzato non solo nella vendita di prodotti ortofrutticoli, ma anche di pollame e selvaggina.
Con l’avanzare degli anni Bernardo passò il testimone alla figlia Lena che oltre ad ereditare l’attività paterna ereditò anche il soprannome diventando per tutti la “Lena Pugliuna”. Anche per lei però il tempo passava inesorabile tanto da costringerla agli inizi degli anni ’50 a cercare un aiuto.
Alla sua porta bussò un ragazzino, Giancarlo Ferrari, che con la sua famiglia era sfollato dalla zona del Polesine, devastata nel novembre 1951 da un alluvione di proporzioni bibliche che determinò la morte di oltre cento persone e oltre 180 mila senza tetto.
Giancarlo si mise subito in mostra per la grande voglia di lavorare, ma anche per un innato senso degli affari e per i suoi modi di fare gentile e professionale. Qualche anno più tardi Lena assunse anche il fratello di Giancarlo, Luciano e quando decise di ritirarsi in pensione l’attività proseguì con Giancarlo (scomparso improvvisamente nel 2015) e poi con i suoi figli, Fabrizio e “Chicca” che dal papà hanno ereditato le “buone maniere” nei confronti dell’affezionata clientela.
E’ di qualche giorno fa la decisione presa a malincuore di abbassare la serranda. Una decisione sofferta dettata da diversi fattori, primo fra tutti la concorrenza sempre più spietata della grande distribuzione, ma anche le troppe spese e la troppa burocrazia.
E’ un altro pezzo di storia borgomanerese che scompare.