Bogogno in lutto per lo storico negoziante di Arbora
Anche il primo cittadino Pietro Sacco ricorda l'uomo: "Un galantuomo".
Se ne va il negoziante che amava stare con le persone. E' mancato sabato 3 luglio Piero Agazzone, per decenni titolare della bottega di alimentari ad Arbora.
Lutto per lo storico negoziante di Arbora Piero Agazzone
Era nato il 27 novembre 1938. Lo compiangono i figli Gabriele, che oggi ha trasformato l'attività nella pasticceria “La rosa blu”, e Valeria. La moglie Pierangela 26 anni fa morì a soli 52 anni e, caso strano e fortuito, nel giorno stesso del funerale di Piero, martedì 6 luglio. «Andava d'accordo con tutti - ricorda Gabriele - ho 2 figli, Manuel e Gioele, mentre mia sorella ha dato alla luce Eleonora. Papà stava in mezzo a loro con mille discorsi e in modo spontaneo, sapeva usare espressioni moderne anche se anziano, era rimasto giovane a 80 anni. Stravedeva per i nipoti e non potrò mai dimenticare quella ragazza, che lo aveva conosciuto anni fa e che al funerale ha pianto dall'inizio alla fine. Alcuni hanno preso permessi al lavoro per starci vicini quel giorno, non ho parole per esprimere la mia emozione per il loro gesto. E' incredibile il numero di attestati di stima e affetto che ci sono arrivati, da figlio sono davvero onorato e ringrazio tutti. Quando si dice che i giovani di oggi non hanno valori, si sbaglia ragionando per preconcetti, siamo spesso noi adulti che non sappiamo metterli in condizione di sviluppare il loro potenziale. Appena chiuso il suo negozio, si aggravò la salute, era il classico uomo di una volta per cui il lavoro era tutto. Negli ultimi anni la concorrenza delle grandi catene di supermercati rallentò la sua bottega, ma a lui non interessava vendere, preferiva intrattenersi a parlare con il cliente in lunghe chiacchierate. Forse il fatto di non avere più la mamma da così tanti anni lo spingeva al piacere del contatto con il prossimo. Non aveva passioni particolari, il negozio era il suo hobby, tutta la sua giornata girava intorno a quello, sono quei lavoratori legati a una generazione irripetibile nell'approccio alla vita. Se oggi conduco la mia pasticceria con principi morali e non solo guardando l'utile, lo devo a mio padre».
Il ricordo del sindaco Pietro Sacco
Serba un buon ricordo di Piero Agazzone il primo cittadino Pietro Sacco: «Non potevo mancare alle esequie funebri - dice - come scordare chi per tanti anni ha fornito alla nostra comunità beni primari come il cibo e prodotti per la casa. In paesi piccoli questi negozi rappresentano veri punti di riferimento, tanto più che Piero si presentava come amico di tutti. Sempre sorridente e solare, trovava la positività nelle situazioni e nelle persone, la malizia non gli apparteneva per niente. Quando si ritirò dal commercio ne risentì, perché gli mancava il contatto con la gente, il tratto distintivo del suo carattere. Molto piacevole nei dialoghi, dava l'impressione di stare al lavoro con leggerezza e amore, lo ricordo con il suo grembiule prima come galantuomo e solo in seconda battuta esercente. Inoltre amava, e poteva permettersi di farlo, allargare i discorsi ad ampio raggio, intelligente e acuto, sorretto da buona curiosità e voglia di indagine».
«Il negozio lo mantenne fino a qualche anno fa - commenta il cugino di Piero, Luciano Agazzone - al funerale, e ne sono stato molto lieto, era presente un gran numero di persone, desiderose di lodare questo uomo buono e mite, semplice e pieno di vita. Sapeva comunicare in modo speciale e regalare la giusta attenzione a chiunque, con sguardo benevolo e parole gentili. Io abitavo non lontano dalla bottega e potrei raccontare le numerose volte in cui siamo intrattenuti a discutere sulle nostre famiglie e le nostre vite».