Assorbimento Banco BPM: l’allarme di API Novara VCO e Vercelli
Le Associazioni di Categoria sono contrarie

"Le PMI del territorio hanno ancora bisogno della loro Banca. L’operazione ostile di Unicredit su Banco BPM potrebbe modificare la relazione tra Banca e Territorio in senso negativo per la piccola e media impresa".
L'intervento
Ed è per questo che le Associazioni di Categoria API Novara VCO e Vercelli e Confapi Industria & Impresa Verona sono contrarie all’integrazione prospettata.
"Il rapporto virtuoso tra Banca, Sistema Imprenditoriale e Comunità che ha permesso alle economie locali di crescere ed evolversi ha uno dei propri assi portanti nel modello che Banco BPM ha costruito e tradotto nella pratica operativa: una Banca in grado di coniugare la vicinanza e l’attenzione quotidiana tipica degli intermediari locali con gli strumenti, i servizi, le competenze specialistiche e le risorse di una grande Banca nazionale.
L’assorbimento di Banco BPM in un gruppo dalle caratteristiche radicalmente diverse come Unicredit potrebbe compromettere l’equilibrio – che bilancia volumi degli impieghi, investimenti delle aziende, sviluppo e supporto alle comunità attraverso le Fondazioni territoriali – su cui si basa l’economia locale. La scomparsa di un intermediario chiave come Banco BPM, che nelle nostre città e province ha operato storicamente sotto le insegne di Banca Popolare di Novara e Banca Popolare di Verona, avrà in altri termini delle conseguenze penalizzanti in termini di offerta di credito e supporto alle famiglie e alle Pmi, così come al personale della stessa Banca, da quanto si legge sui media in relazione ai tagli alle filiali che Unicredit avrebbe previsto.
Infatti, se l’operazione andasse in porto, anche una parte importante del tessuto delle comunità locali verrebbe logorata: l’accorpamento, le possibili chiusure o cessioni di filiali bancarie – nel novarese si stima una riduzione dell’88% delle filiali Banco BPM, mentre nella sola provincia di Verona si calcola una diminuzione di 90 agenzie su 91 presenti – infliggerebbero un duro colpo alla vivacità socioeconomica del nostro territorio.
Il futuro per le Pmi e l’industria manifatturiera – non solo locale – è collegato per una parte essenziale all’assetto che il settore bancario prenderà nei prossimi anni. Le nostre imprese hanno bisogno di diversi istituti di credito, questo anche per garantire concorrenza e offerte diverse da comparare.
Occorrono quindi intermediari forti ma radicati, competitivi ma anche vicini agli imprenditori in modo da valutare l’azienda, la storia, la persona e non solo l’algoritmo.
“Desidero sottolineare l'importanza di preservare le nostre Banche locali, come Banco BPM, che rappresentano un pilastro fondamentale per il tessuto economico del territorio” – commenta Mario Di Giorgio, Presidente API Novara VCO e Vercelli. “L'attuale operazione di Unicredit non solo minaccia l'equilibrio tra Banca e Impresa, ma rischia anche di compromettere il rapporto di vicinanza e il sostegno alle nostre PMI, che sono il cuore pulsante della nostra economia” – conclude Di Giorgio.
Aggiunge Manfredi Ravetto, Presidente di Confapi Industria & Impresa Verona: "Le PMI hanno una storica simbiosi con gli istituti radicati sul territorio: non si disperda questo patrimonio di relazioni e collaborazioni!".
hanno ragione da vendere e concordo in pieno. anche per non desertificare ancora di più i piccoli paesi dove i servizi per i cittadini sono sempre di meno