Il caso

Assistenza insufficiente a un bambino disabile: sul caso deciderà il Tar

Per il piccolo era stata chiesta assistenza per 22 ore settimanali, ma il Comune avrebbe provveduto per un massimo di sole 5 ore

Assistenza insufficiente a un bambino disabile: sul caso deciderà il Tar
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Arriva da Massino Visconti la storia di un bambino diversamente abile i cui genitori chiedono da tempo adeguati livelli di assistenza scolastica. Sul caso ora si esprimerà il Tribunale amministrativo regionale.

Denuncia per la precarietà dell'assistenza a Massino Visconti

Sarà “materia” del Tar il caso del bimbo diversamente abile del Vergante la cui famiglia ha denunciato la precarietà dell’assistenza fornitagli a scuola. Lo ha deciso la giudice civile del tribunale di Verbania, Vittoria Mingione, respingendo il ricorso dei genitori e rimandando, dunque, la soluzione della vicenda scoppiata sul finire dello scorso anno al tribunale regionale amministrativo del Piemonte. A chiamare in causa l’amministrazione comunale di Brovello Carpugnino e il Consorzio dei Servizi sociali del Cusio, entrambe citate a giudizio per presunta violazione dei diritti costituzionali, lesione del diritto all’inclusione scolastica e discriminazione, sono stati per l’appunto i genitori di un bambino di 7 anni affetto da grave disabilità.

Chiesta assistenza per 22 ore, concesse solo 5 ore

A settembre 2024 il bimbo in questione ha iniziato le elementari a Massino Visconti e per lui è stata subito chiesta, come indicato dagli esperti, un’assistenza specifica di 22 ore a settimana perché venisse aiutato, per esempio, ad andare in bagno, ad alimentarsi o a mantenere una postura corretta sulla carrozzina. Ma il Comune avrebbe provveduto – di più non può fare, così è emerso dal bilancio – solo per cinque ore, mentre il Ciss avrebbe risposto che fornisce servizi diversi.

La palla passa ora al Tar

Il tribunale di corso Europa a Pallanza avrebbe dovuto esprimersi nel merito. Ma l’udienza svoltasi a Verbania nei giorni scorsi ha portato sostanzialmente ad un nulla di fatto. Per la giudice Mingione, che ha valutato tutte le posizioni, “non compete a noi decidere”. Ora il caso è sul tavolo del Tar e i tempi, inevitabilmente, si allungano.

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