A Bellinzago sono arrivati i “segnali etici”: i cartelli che insegnano a vivere meglio
Dal progetto “Segn’ali di crescita” di Quelli del Sabato dieci messaggi positivi nati dalla collaborazione tra bambini e adulti

Chi ha detto che i cartelli stradali debbano solo vietare o obbligare? A Bellinzago Novarese, da qualche giorno, nel parco delle scuole dell’infanzia spuntano “segnali etici”: cartelli colorati che non indicano una direzione da seguire, ma offrono suggerimenti su come affrontare la vita con più leggerezza, consapevolezza e rispetto.
A Bellinzago arrivano i “segnali etici”
L’iniziativa si chiama “Segn’ali di crescita – Idee di segnal’etica alternativa” ed è stata promossa dall’associazione “Quelli del Sabato” in collaborazione con l’Asilo Demedici, con il sostegno del 5x1000 delle Acli Provinciali Novaresi e il patrocinio del Comune di Bellinzago. I cartelli sono stati ufficialmente inaugurati lo scorso 14 giugno, in occasione della festa di fine anno della scuola.
Dieci segnali per una cittadinanza consapevole
Il progetto è partito con un percorso educativo e creativo: i membri dell’associazione hanno lavorato insieme ai bambini dell’asilo, parlando di segnaletica stradale e dei suoi significati. Da lì, i piccoli hanno dato libero sfogo all’immaginazione, disegnando bozze di nuovi segnali, non per comandare, ma per invitare alla riflessione e alla gentilezza.
Le bozze, suddivise in categorie, sono state esposte il 10 maggio e votate dalla cittadinanza. I più apprezzati sono diventati dieci veri cartelli, oggi visibili nel parco della scuola. Ecco i messaggi selezionati:
“Osserva il cielo” – Edoardo, sezione A
“Pensa positivo” – Thiago, sezione B
“Divertimento contagioso” – Emiliano, sezione C
“Libera la fantasia” – Chiara, sezione D
“Regalati del tempo” – Emanuela, sezione E
“Condividi e rispetta l’altro” – Emily, sezione F
“Respira e riparti” – Hilary, sezione G
“Non trascurare l’ambiente” – Nicole, sezione I
“Rincorri i tuoi sogni” – QdS
“Rifletti” – QdS
Un progetto di comunità
«Questi segnali vogliono diventare messaggi positivi per tutti, per stimolare riflessioni, sorrisi, attenzione verso gli altri – spiegano gli organizzatori e le maestre dell’asilo – Non solo “obblighi” o “divieti”, ma inviti a vivere meglio gli spazi e le relazioni, con rispetto, creatività e uno sguardo aperto».
L’iniziativa si inserisce perfettamente nel percorso educativo dell’anno scolastico, intitolato “Io nel mio ambiente”, pensato per accompagnare i più piccoli alla scoperta dei luoghi e delle persone del proprio paese. Ma è anche un esempio concreto di inclusione, partecipazione e collaborazione intergenerazionale, che coinvolge bambini, educatori e cittadini con e senza disabilità.
Un segnale – è il caso di dirlo – che un altro modo di educare e di costruire comunità è possibile.