Vino, produzione in calo: -15%

“A memoria d'uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata”. E a farne le spese sarà anche la viticoltura. Parola di Assoenologi, secondo cui le prime previsioni indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno, pari ad una flessione di circa il 25%.
Certamente quest’anno le condizioni meteo ci hanno davvero messo lo “zampino”. Ad aprile un’ondata di gelo ha attraversato la Francia, la Spagna e tutto il nostro Paese, “bruciando” molti germogli ormai già ben sviluppati, e quindi, purtroppo, non più in grado di fruttificare.
Un lungo periodo di siccità, fatte salve alcune regioni del Nord, che ancora persiste, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo, che ha coinvolto anche il Nord, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio ed agosto, tanto che la colonnina del termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C.
I vigneti del Nord, e dunque anche quelli del Novarese, hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali.
“Fortunatamente - fa notare Assoenologi - si riscontrano anche delle zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all'oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all'eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar specialmente indigene. Soprattutto, ciò che consentirà di ottenere in alcuni siti produttivi - tra i quali ci sarebbero i vigneti del Novarese, ndr - quantità e qualità buone se non ottime è la nostra trasversalità territoriale e la nostra grande biodiversità unica al mondo”.
Laura Cavalli
“A memoria d'uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata”. E a farne le spese sarà anche la viticoltura. Parola di Assoenologi, secondo cui le prime previsioni indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno, pari ad una flessione di circa il 25%.
Certamente quest’anno le condizioni meteo ci hanno davvero messo lo “zampino”. Ad aprile un’ondata di gelo ha attraversato la Francia, la Spagna e tutto il nostro Paese, “bruciando” molti germogli ormai già ben sviluppati, e quindi, purtroppo, non più in grado di fruttificare.
Un lungo periodo di siccità, fatte salve alcune regioni del Nord, che ancora persiste, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo, che ha coinvolto anche il Nord, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio ed agosto, tanto che la colonnina del termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C.
I vigneti del Nord, e dunque anche quelli del Novarese, hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali.
“Fortunatamente - fa notare Assoenologi - si riscontrano anche delle zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all'oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all'eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar specialmente indigene. Soprattutto, ciò che consentirà di ottenere in alcuni siti produttivi - tra i quali ci sarebbero i vigneti del Novarese, ndr - quantità e qualità buone se non ottime è la nostra trasversalità territoriale e la nostra grande biodiversità unica al mondo”.
Laura Cavalli