Università del Piemonte orientale, il XIX Rapporto AlmaLaurea conferma l'andamento positivo

E' stato presentato ieri, dal consorzio interuniversitario AlmaLaurea, il XIX Rapporto sul Profilo dei Laureati e sulla Condizione occupazionale, nel corso del convegno “Università e skill nella seconda fase della globalizzazione”, che si è svolto presso l’Università di Parma.
Le due indagini, presentate congiuntamente, hanno coinvolto complessivamente i laureati di 71 università italiane aderenti al Consorzio; l’indagine sul Profilo dei laureati ha analizzato i dati di oltre 270.000 laureati nel 2016 (di primo e secondo livello), quello sulla Condizione occupazionale ha riguardato 620.000 laureati intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. Per quanto riguarda l’Università del Piemonte Orientale, i dati di entrambe le indagini confermano l’andamento positivo registrato negli ultimi anni.
I laureati 2016 dell’Upo coinvolti nell’indagine sono stati 1.795 (1.247 di primo livello, 295 magistrali e 249 magistrali a ciclo unico); l’età media alla laurea è in linea con la media nazionale (26,2 anni per l’UPO, 26,1 la media italiana); la percentuale di laureati in corso è superiore alla media italiana (62% contro il 49%); mentre il voto media alla laurea è leggermente inferiore (100,2 contro 102,5).
Sono positivi anche i dati relativi ai tirocini effettuati e riconosciuti durante il corso di studi (l’80% per l’Upo, 56% la media nazionale), mentre si assestano al di sotto della media del paese le percentuali dei periodi di studio all’estero (un 6% contro un 11%) e di chi lavora durante gli anni di studio (61% contro un 65%).
Perfettamente in linea con il trend degli ultimi anni sono infine i dati sulla valutazione che gli studenti danno del percorso universitario: i 91% è soddisfatto del rapporto con i docenti, l’83% ritiene adeguato il carico di studio, il 76% ritiene adeguate le aule e infine il 92% è complessivamente soddisfatto dell’esperienza universitaria.
L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 2.739 laureati Upo, intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. In questo caso i dati sono più articolati, ma nel complesso risultano positivi e in linea con i precedenti Rapporti.
I laureati triennali hanno un tasso di occupazione (78%) superiore alla media nazionale (68%) e una retribuzione netta mensile superiore (1.267 euro contro 1.104 euro). I laureati magistrali intervistati a un anno dal titolo confermano questa fotografia: è occupato l’82% (rispetto alla media italiana del 71%) e hanno una retribuzione media di 1.232 euro (contro i 1.153 euro); a cinque anni dal titolo la situazione non cambia: è occupato il 90 % (contro l’84%) e guadagna 1.474 euro (contro i 1.405 euro).
Oltre a questi dati positivi arriva anche la notizia della selezione di cinque dei sette Dipartimenti dell’università per la graduatoria preliminare relativa al Fondo di finanziamento dei Dipartimenti di Eccellenza del Ministero dell’Università e della Ricerca (Miur). In base ai risultati della VQR 2011-2014, il ministero ha fatto una prima selezione dei Dipartimenti che potranno accedere alla seconda fase di selezione, che premierà i 180 migliori. Questi ultimi potranno accedere a un finanziamento quinquennale (2018-2022) di 7 milioni di euro (1,350 milioni di euro all’anno).
La performance dei Dipartimenti Upo lascia ben sperare per la seconda fase della valutazione; dei cinque dipartimenti selezionati dal ministero, ben 3 hanno ottenuto il punteggio massimo (100 su 100): Scienze della Salute, Medicina Traslazionale e Studi Umanistici. Gli altri due dipartimenti sono Scienze e Innovazione Tecnologica e Scienze del Farmaco.
«Questi primi risultati – commenta il rettore Cesare Emanuel – rappresentano un riconoscimento del proficuo lavoro svolto dai Dipartimenti e sono decisamente incoraggianti in vista della seconda fase della valutazione del Ministero. Si conferma che apparteniamo con merito alla schiera di atenei italiani che fa registrare le migliori performance, cosa non scontata per un’Università di tipo generalista come la nostra.» «Questa risultato — continua Emanuel — rende conto delle capacità che manifesta nel suo insieme l’Università del Piemonte Orientale; ne mette in luce le reali potenzialità e, finalmente, attenua posizioni di eccellenza assoluta che talora sono state riconosciute agli Atenei sulla base di primati raggiunti in ambiti assai ristretti.»
v.s.
E' stato presentato ieri, dal consorzio interuniversitario AlmaLaurea, il XIX Rapporto sul Profilo dei Laureati e sulla Condizione occupazionale, nel corso del convegno “Università e skill nella seconda fase della globalizzazione”, che si è svolto presso l’Università di Parma.
Le due indagini, presentate congiuntamente, hanno coinvolto complessivamente i laureati di 71 università italiane aderenti al Consorzio; l’indagine sul Profilo dei laureati ha analizzato i dati di oltre 270.000 laureati nel 2016 (di primo e secondo livello), quello sulla Condizione occupazionale ha riguardato 620.000 laureati intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. Per quanto riguarda l’Università del Piemonte Orientale, i dati di entrambe le indagini confermano l’andamento positivo registrato negli ultimi anni.
I laureati 2016 dell’Upo coinvolti nell’indagine sono stati 1.795 (1.247 di primo livello, 295 magistrali e 249 magistrali a ciclo unico); l’età media alla laurea è in linea con la media nazionale (26,2 anni per l’UPO, 26,1 la media italiana); la percentuale di laureati in corso è superiore alla media italiana (62% contro il 49%); mentre il voto media alla laurea è leggermente inferiore (100,2 contro 102,5).
Sono positivi anche i dati relativi ai tirocini effettuati e riconosciuti durante il corso di studi (l’80% per l’Upo, 56% la media nazionale), mentre si assestano al di sotto della media del paese le percentuali dei periodi di studio all’estero (un 6% contro un 11%) e di chi lavora durante gli anni di studio (61% contro un 65%).
Perfettamente in linea con il trend degli ultimi anni sono infine i dati sulla valutazione che gli studenti danno del percorso universitario: i 91% è soddisfatto del rapporto con i docenti, l’83% ritiene adeguato il carico di studio, il 76% ritiene adeguate le aule e infine il 92% è complessivamente soddisfatto dell’esperienza universitaria.
L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 2.739 laureati Upo, intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo. In questo caso i dati sono più articolati, ma nel complesso risultano positivi e in linea con i precedenti Rapporti.
I laureati triennali hanno un tasso di occupazione (78%) superiore alla media nazionale (68%) e una retribuzione netta mensile superiore (1.267 euro contro 1.104 euro). I laureati magistrali intervistati a un anno dal titolo confermano questa fotografia: è occupato l’82% (rispetto alla media italiana del 71%) e hanno una retribuzione media di 1.232 euro (contro i 1.153 euro); a cinque anni dal titolo la situazione non cambia: è occupato il 90 % (contro l’84%) e guadagna 1.474 euro (contro i 1.405 euro).
Oltre a questi dati positivi arriva anche la notizia della selezione di cinque dei sette Dipartimenti dell’università per la graduatoria preliminare relativa al Fondo di finanziamento dei Dipartimenti di Eccellenza del Ministero dell’Università e della Ricerca (Miur). In base ai risultati della VQR 2011-2014, il ministero ha fatto una prima selezione dei Dipartimenti che potranno accedere alla seconda fase di selezione, che premierà i 180 migliori. Questi ultimi potranno accedere a un finanziamento quinquennale (2018-2022) di 7 milioni di euro (1,350 milioni di euro all’anno).
La performance dei Dipartimenti Upo lascia ben sperare per la seconda fase della valutazione; dei cinque dipartimenti selezionati dal ministero, ben 3 hanno ottenuto il punteggio massimo (100 su 100): Scienze della Salute, Medicina Traslazionale e Studi Umanistici. Gli altri due dipartimenti sono Scienze e Innovazione Tecnologica e Scienze del Farmaco.
«Questi primi risultati – commenta il rettore Cesare Emanuel – rappresentano un riconoscimento del proficuo lavoro svolto dai Dipartimenti e sono decisamente incoraggianti in vista della seconda fase della valutazione del Ministero. Si conferma che apparteniamo con merito alla schiera di atenei italiani che fa registrare le migliori performance, cosa non scontata per un’Università di tipo generalista come la nostra.» «Questa risultato — continua Emanuel — rende conto delle capacità che manifesta nel suo insieme l’Università del Piemonte Orientale; ne mette in luce le reali potenzialità e, finalmente, attenua posizioni di eccellenza assoluta che talora sono state riconosciute agli Atenei sulla base di primati raggiunti in ambiti assai ristretti.»
v.s.