Una nuova terrazza aperta su Arona
ARONA - «E’ un privilegio essere ancora ad Arona con la memoria di una visita recente» ha detto il critico d’arte Vittorio Sgarbi intervenuto venerdì scorso all’inaugurazione della restaurata torre Mozza, un intervento nei mesi scorsi che ha riguardato la rimozione della copertura in legno e coppi e la sua ricostruzione parziale, il recupero delle mura originali, la ristrutturazione dell’ingresso e la realizzazione di una terrazza panoramica.
E’ tornato nella città del Sancarlone dopo essere già stato a luglio. Ha ceduto «alle lusinghe» insistenti del sindaco nonostante nella sua fitta agenda non avesse segnato l’appuntamento. «E’ così bello questo prato desolato» riferendosi al vasto spazio verde della Rocca Borromea, ha aggiunto di fronte alla folta platea che lo ha calorosamente accolto all’arrivo tra strette di mano, selfie e autografi. Ha ricevuto un lungo applauso anche dai giovanissimi del coro e dell’orchestra della Giovanni XXIII di Arona che prima del taglio del nastro hanno proposto ai presenti brani in musica diretti dal professore Marino Mora.
«Dopo duecento anni – ha ricordato il sindaco Alberto Gusmeroli – si può vedere Arona da un’altra visuale». Dalla terrazza panoramica della torre mozza si può infatti godere della bella vista che di norma il Parco della Rocca Borromea regala, ma da un’altra prospettiva. Un restauro integrale di una delle sette torri difensive, reso possibile grazie al contribuito di Fondazione Cariplo e all’impegno dalla famiglia Borromeo, che costituivano il secondo recinto della roccaforte, distrutte da Napoleone che ne ordinò la distruzione perché di ostacolo per le sue truppe.
«Dopo sei anni si è riaperto un sito di cui si era persa la memoria – ha aggiunto il sindaco Gusmeroli - Un luogo che sta crescendo e continua a rinascere, un recupero continuo della nostra storia e del nostro passato, un progetto unico perché si torna a quando Napoleone volle distruggere la Rocca. Da un lato per noi aronesi questo ha permesso di apprezzarlo ampiamente cosa che con il Castello di Angera, rimasto integro, è più difficile».
Storce il naso all’dea di valorizzazione della Rocca con un museo di vetro «eviterei, meno si tocca meglio è. Lo lascerei cosi» apprezzando la piacevolezza di un sito riaperto dopo dieci anni di chiusura.
«Sono tornato in un luogo bello – ha aggiunto Sgarbi – e non potevo non esserci visto che il vostro sindaco, («benché leghista» e ride nrd) mi parla di bellezza, e non posso che essere concorde con lui. E la vostra città è ricca di capolavori, come quelli del Morazzone custoditi nella chiesa parrocchiale che possono competere con Caravaggio. Posso dire che per il prossimo anno c’è un progetto su questo artista ad Arona».
In occasione dell’inaugurazione della Torre Mozza, la “Laica” ha coniato 1500 monete di cioccolato al latte, 160 millimetri per 60 grammi di dolcezza. «Era un evento importante da celebrare» ha detto Andrea Saini, il presidente e amministratore delegato dell’azienda dolciaria aronese che per la terza volta ha coniato delle monete di cioccolato per un evento in città.
Maria Nausica Bucci
ARONA - «E’ un privilegio essere ancora ad Arona con la memoria di una visita recente» ha detto il critico d’arte Vittorio Sgarbi intervenuto venerdì scorso all’inaugurazione della restaurata torre Mozza, un intervento nei mesi scorsi che ha riguardato la rimozione della copertura in legno e coppi e la sua ricostruzione parziale, il recupero delle mura originali, la ristrutturazione dell’ingresso e la realizzazione di una terrazza panoramica.
E’ tornato nella città del Sancarlone dopo essere già stato a luglio. Ha ceduto «alle lusinghe» insistenti del sindaco nonostante nella sua fitta agenda non avesse segnato l’appuntamento. «E’ così bello questo prato desolato» riferendosi al vasto spazio verde della Rocca Borromea, ha aggiunto di fronte alla folta platea che lo ha calorosamente accolto all’arrivo tra strette di mano, selfie e autografi. Ha ricevuto un lungo applauso anche dai giovanissimi del coro e dell’orchestra della Giovanni XXIII di Arona che prima del taglio del nastro hanno proposto ai presenti brani in musica diretti dal professore Marino Mora.
«Dopo duecento anni – ha ricordato il sindaco Alberto Gusmeroli – si può vedere Arona da un’altra visuale». Dalla terrazza panoramica della torre mozza si può infatti godere della bella vista che di norma il Parco della Rocca Borromea regala, ma da un’altra prospettiva. Un restauro integrale di una delle sette torri difensive, reso possibile grazie al contribuito di Fondazione Cariplo e all’impegno dalla famiglia Borromeo, che costituivano il secondo recinto della roccaforte, distrutte da Napoleone che ne ordinò la distruzione perché di ostacolo per le sue truppe.
«Dopo sei anni si è riaperto un sito di cui si era persa la memoria – ha aggiunto il sindaco Gusmeroli - Un luogo che sta crescendo e continua a rinascere, un recupero continuo della nostra storia e del nostro passato, un progetto unico perché si torna a quando Napoleone volle distruggere la Rocca. Da un lato per noi aronesi questo ha permesso di apprezzarlo ampiamente cosa che con il Castello di Angera, rimasto integro, è più difficile».
Storce il naso all’dea di valorizzazione della Rocca con un museo di vetro «eviterei, meno si tocca meglio è. Lo lascerei cosi» apprezzando la piacevolezza di un sito riaperto dopo dieci anni di chiusura.
«Sono tornato in un luogo bello – ha aggiunto Sgarbi – e non potevo non esserci visto che il vostro sindaco, («benché leghista» e ride nrd) mi parla di bellezza, e non posso che essere concorde con lui. E la vostra città è ricca di capolavori, come quelli del Morazzone custoditi nella chiesa parrocchiale che possono competere con Caravaggio. Posso dire che per il prossimo anno c’è un progetto su questo artista ad Arona».
In occasione dell’inaugurazione della Torre Mozza, la “Laica” ha coniato 1500 monete di cioccolato al latte, 160 millimetri per 60 grammi di dolcezza. «Era un evento importante da celebrare» ha detto Andrea Saini, il presidente e amministratore delegato dell’azienda dolciaria aronese che per la terza volta ha coniato delle monete di cioccolato per un evento in città.
Maria Nausica Bucci