Un racconto (nel tempo) attraverso gli oggetti

Un racconto (nel tempo) attraverso gli oggetti
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AMENO - Ancora pochi giorni (fino al 28 agosto, orari: da giovedì a domenica 15/18.30, ingresso libero) per visitare la mostra allestita a Palazzo Tornielli “50 + ! Il grande gioco dell’industria” in occasione della dodicesima edizione di Studi Aperti. Mostra che al visitatore appare come un grande gioco dell’oca per visualizzare “una macchina del tempo, un racconto attraverso gli oggetti ritmato da invenzioni, intuizioni, azzardi nati dall’ingegno di capitani d’industria e poeti delle fabbriche, di visionari delle officine, entusiasmo delle maestranze”. Oggetti che appartengono alla storia industriale italiana, “che hanno plasmato l’immaginario collettivo di una nazione con innovazioni tecnologiche rapide, orgogliose e inattese. Sono grandi, piccoli, evidenti o nascosti, fissi o mobili, potenti, dolci, misteriosi e insospettabili”, realizzati con materiali antichi oppure nuovissimi, grigi, neri, colorati, morbidi oppure rigidi nelle loro strutture d’acciaio.

Curata da Francesca Molteni per Museimpresa con il patrocinio di Assolombarda, l’esposizione propone immagini e notizie degli oggetti esposti leggibili su poster che seguono lo scorrere degli anni, dal 1733 al 2012. Gli oggetti sono stati segnalati da 50 Musei d’impresa, tutti aderenti all’associazione Museimpresa e che nel 2012 avevano risposto, sotto l’egida di Assolombarda e Confindustria, ad un invito della “Domenica del Sole 24 Ore” fornendo materiali grafici e schede di un oggetto ritenuto particolarmente significativo per la storia industriale italiana. Il risultato dell’indagine è confluito in questa mostra dove, a partire dalla spoletta volante, simbolo della rivoluzione industriale settecentesca, le immagini presentano oggetti noti che non sono solo nei musei ma che si trovano nelle nostre case come le bottiglie di Martini. Sicuramente non la bottiglia esposta con l’etichetta del 1868 che sostituiva la prima, datata 1864, ma quelle attualmente in commercio oppure le bottigliette del Camparisoda primo aperitivo italiano. Disegnate nel 1932 da un artista futurista, Fortunato Depero, la bottiglietta è un prodotto ultramoderno voluto da un imprenditore visionario, Davide Campari: forma geometrica conica che rende stabile l’oggetto, vetro smerigliato che aumenta la presa e permette di vedere la bibita rosso fuoco, nessuna etichetta ma il marchio a rilievo impresso nel vetro. Sempre nel 1932 Depero, che di questo prodotto impostò una delle prime campagne pubblicitarie italiane, aveva anche creato un prototipo del primo distributore automatico di Camparisoda. Gaspare Campari, padre di Davide e fondatore dell’azienda oggi nota in tutto il mondo, era nato a Cassolnovo e fra il 1856 e il 1861 aveva gestito un negozio di liquori proprio a Novara, in corso Porta Torino al numero 114.

Impossibile riportare tutte le informazioni e le curiosità che i poster contengono. Ne sono state selezionate alcune che si riferiscono ad oggetti ritenuti interessanti, ma le scelte di chi andrà a visitare l’esposizione potranno essere molto diverse. Si citano, ad esempio, la creazione della Vespa, nata nel 1946 dalla matita di Corradino D’Ascanio per l’imprenditore Enrico Piaggio; la storia della rivoluzione nell’abbigliamento del tennis con l’azienda biellese a marchio Fila che nel 1974 vestiva il campione Björn Borg con una maglietta a righe e non più solo bianca; la creazione, nel 2002, del designer francese Philippe Starck della sedia “Louis Ghost”, interamente in policarbonato, per  Kartell, impresa fondata a Milano nel 1949 da Guido Castelli. Oppure la produzione, nel 1988, della caffettiera “La Cupola” disegnata dall’architetto Aldo Rossi per Alessi, direttamente ispirata alla Cupola antonelliana della Basilica di San Gaudenzio, emblema della nostra città. Che così entra nelle nostre case, in formato minimalista, per soddisfare esigenze quotidiane. 

Emiliana Mongiat

 

AMENO - Ancora pochi giorni (fino al 28 agosto, orari: da giovedì a domenica 15/18.30, ingresso libero) per visitare la mostra allestita a Palazzo Tornielli “50 + ! Il grande gioco dell’industria” in occasione della dodicesima edizione di Studi Aperti. Mostra che al visitatore appare come un grande gioco dell’oca per visualizzare “una macchina del tempo, un racconto attraverso gli oggetti ritmato da invenzioni, intuizioni, azzardi nati dall’ingegno di capitani d’industria e poeti delle fabbriche, di visionari delle officine, entusiasmo delle maestranze”. Oggetti che appartengono alla storia industriale italiana, “che hanno plasmato l’immaginario collettivo di una nazione con innovazioni tecnologiche rapide, orgogliose e inattese. Sono grandi, piccoli, evidenti o nascosti, fissi o mobili, potenti, dolci, misteriosi e insospettabili”, realizzati con materiali antichi oppure nuovissimi, grigi, neri, colorati, morbidi oppure rigidi nelle loro strutture d’acciaio.

Curata da Francesca Molteni per Museimpresa con il patrocinio di Assolombarda, l’esposizione propone immagini e notizie degli oggetti esposti leggibili su poster che seguono lo scorrere degli anni, dal 1733 al 2012. Gli oggetti sono stati segnalati da 50 Musei d’impresa, tutti aderenti all’associazione Museimpresa e che nel 2012 avevano risposto, sotto l’egida di Assolombarda e Confindustria, ad un invito della “Domenica del Sole 24 Ore” fornendo materiali grafici e schede di un oggetto ritenuto particolarmente significativo per la storia industriale italiana. Il risultato dell’indagine è confluito in questa mostra dove, a partire dalla spoletta volante, simbolo della rivoluzione industriale settecentesca, le immagini presentano oggetti noti che non sono solo nei musei ma che si trovano nelle nostre case come le bottiglie di Martini. Sicuramente non la bottiglia esposta con l’etichetta del 1868 che sostituiva la prima, datata 1864, ma quelle attualmente in commercio oppure le bottigliette del Camparisoda primo aperitivo italiano. Disegnate nel 1932 da un artista futurista, Fortunato Depero, la bottiglietta è un prodotto ultramoderno voluto da un imprenditore visionario, Davide Campari: forma geometrica conica che rende stabile l’oggetto, vetro smerigliato che aumenta la presa e permette di vedere la bibita rosso fuoco, nessuna etichetta ma il marchio a rilievo impresso nel vetro. Sempre nel 1932 Depero, che di questo prodotto impostò una delle prime campagne pubblicitarie italiane, aveva anche creato un prototipo del primo distributore automatico di Camparisoda. Gaspare Campari, padre di Davide e fondatore dell’azienda oggi nota in tutto il mondo, era nato a Cassolnovo e fra il 1856 e il 1861 aveva gestito un negozio di liquori proprio a Novara, in corso Porta Torino al numero 114.

Impossibile riportare tutte le informazioni e le curiosità che i poster contengono. Ne sono state selezionate alcune che si riferiscono ad oggetti ritenuti interessanti, ma le scelte di chi andrà a visitare l’esposizione potranno essere molto diverse. Si citano, ad esempio, la creazione della Vespa, nata nel 1946 dalla matita di Corradino D’Ascanio per l’imprenditore Enrico Piaggio; la storia della rivoluzione nell’abbigliamento del tennis con l’azienda biellese a marchio Fila che nel 1974 vestiva il campione Björn Borg con una maglietta a righe e non più solo bianca; la creazione, nel 2002, del designer francese Philippe Starck della sedia “Louis Ghost”, interamente in policarbonato, per  Kartell, impresa fondata a Milano nel 1949 da Guido Castelli. Oppure la produzione, nel 1988, della caffettiera “La Cupola” disegnata dall’architetto Aldo Rossi per Alessi, direttamente ispirata alla Cupola antonelliana della Basilica di San Gaudenzio, emblema della nostra città. Che così entra nelle nostre case, in formato minimalista, per soddisfare esigenze quotidiane. 

Emiliana Mongiat

 

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