Sulle vette dell’Atlante con il Cai

BORGOMANERO - Non solo le Alpi ma anche l’Africa può essere interessante per chi ama la montagna. Ne sanno qualcosa i diciannove escursionisti del Cai di Borgomanero che dal 4 al 13 agosto si sono cimentati in un impegnativo ma certo entusiasmante trekking in Marocco, sulle montagne del Grande Atlante, attraverso le storiche piste che collegavano i villaggi berberi. «Dopo la prima tappa – è il racconto del capo comitiva Carla Zaninetti - è iniziato il nostro trekking, in compagnia di una carovana di muli. Il percorso ci ha introdotti in uno spaccato di vita berbera, conducendoci in villaggi sperduti dove la quotidianità e le condizioni di vita ci hanno ricordato la vita dei nostri alpigiani del secolo scorso. Rilassante e suggestiva è stata la serata passata sulle sponde del lago di Ifni di origine glaciale. Dopo la cena a base di cous cous, i nostri accompagnatori si sono esibiti con strumenti improvvisati, creando una gioiosa comunione. La levataccia del giorno seguente ci ha permesso di salire a oltre 3700 metri e scendere al rifugio Toubkal, punto di partenza per la cima omonima, la più alta del Nord Africa con i suoi 4167 metri. Partiti al mattino presto, senza particolari difficoltà abbiamo raggiunto la vetta attraversando un paesaggio arido ma suggestivo, ben diverso dalle nostre montagne. Grande commozione ed entusiasmo, dopo la tradizionale foto di gruppo siamo scesi velocemente, senza però evitare il temporale con la grandine. Il giorno successivo siamo scesi a Imnil, punto di partenza e arrivo del nostro trekking. In serata siamo stati ospiti presso la “gite d’etape” dove la guida ci ha riservato una cordiale ospitalità, con tipica cena berbera e tanta allegria». Nella foto, gli escursionisti del Cai di Borgomanero in posa sulle montagne dell’Atlante.
c.p.
BORGOMANERO - Non solo le Alpi ma anche l’Africa può essere interessante per chi ama la montagna. Ne sanno qualcosa i diciannove escursionisti del Cai di Borgomanero che dal 4 al 13 agosto si sono cimentati in un impegnativo ma certo entusiasmante trekking in Marocco, sulle montagne del Grande Atlante, attraverso le storiche piste che collegavano i villaggi berberi. «Dopo la prima tappa – è il racconto del capo comitiva Carla Zaninetti - è iniziato il nostro trekking, in compagnia di una carovana di muli. Il percorso ci ha introdotti in uno spaccato di vita berbera, conducendoci in villaggi sperduti dove la quotidianità e le condizioni di vita ci hanno ricordato la vita dei nostri alpigiani del secolo scorso. Rilassante e suggestiva è stata la serata passata sulle sponde del lago di Ifni di origine glaciale. Dopo la cena a base di cous cous, i nostri accompagnatori si sono esibiti con strumenti improvvisati, creando una gioiosa comunione. La levataccia del giorno seguente ci ha permesso di salire a oltre 3700 metri e scendere al rifugio Toubkal, punto di partenza per la cima omonima, la più alta del Nord Africa con i suoi 4167 metri. Partiti al mattino presto, senza particolari difficoltà abbiamo raggiunto la vetta attraversando un paesaggio arido ma suggestivo, ben diverso dalle nostre montagne. Grande commozione ed entusiasmo, dopo la tradizionale foto di gruppo siamo scesi velocemente, senza però evitare il temporale con la grandine. Il giorno successivo siamo scesi a Imnil, punto di partenza e arrivo del nostro trekking. In serata siamo stati ospiti presso la “gite d’etape” dove la guida ci ha riservato una cordiale ospitalità, con tipica cena berbera e tanta allegria». Nella foto, gli escursionisti del Cai di Borgomanero in posa sulle montagne dell’Atlante.
c.p.