Spaccio nei boschi del Borgomanerese: condanne ridotte per tre spacciatori

NOVARA - Nel luglio dello scorso anno, in primo grado a Novara, avevano rimediato pene particolarmente significative e comprese tra i 4 e i 7 anni di reclusione. Ora, nel processo d’Appello aTorino, i giudici hanno praticamente dimezzato le pene nei loro confronti. Alla sbarra, la banda di spacciatori arrestata dalNucleo operativo radiomobile dei Carabinieri di Arona a inizio 2016 (tra gennaio e febbraio). Il gruppo, stando all’accusa, avrebbe spacciato centinaia di grammi di cocaina, hashish ederoina alla settimana nei boschi del Borgomanerese, precisamente tra Gargallo, Cavallirio, Gozzano, Boca, Pogno, Prato Sesia,Gattico e Borgomanero. Così Abdennabi Barrim, detto ‘Stefano’, nato in Marocco nel 1986, senza fissa dimora e irregolare inItalia, è stato conda
NOVARA - Nel luglio dello scorso anno, in primo grado a Novara, avevano rimediato pene particolarmente significative e comprese tra i 4 e i 7 anni di reclusione. Ora, nel processo d’Appello a Torino, i giudici hanno praticamente dimezzato le pene nei loro confronti. Alla sbarra, la banda di spacciatori arrestata dalNucleo operativo radiomobile dei Carabinieri di Arona a inizio 2016 (tra gennaio e febbraio). Il gruppo, stando all’accusa, avrebbe spacciato centinaia di grammi di cocaina, hashish ederoina alla settimana nei boschi del Borgomanerese, precisamente tra Gargallo, Cavallirio, Gozzano, Boca, Pogno, Prato Sesia,Gattico e Borgomanero. Così Abdennabi Barrim, detto ‘Stefano’, nato in Marocco nel 1986, senza fissa dimora e irregolare inItalia, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di carcere (a Novara aveva rimediato una pena di 7 anni e 4 mesi); Younes Ouazzou,detto Yuri, classe 1982, anche lui senza fissa dimora e irregolare sul territorio italiano, condanna a 2 anni e mezzo (a Novara eranostati oltre 5 anni); condanna infine per 2 anni e 1 mese per Said Ouyat, anche lui marocchino, detto Maratoneta, classe 1981, cheaveva rimediato in primo grado 4 anni e 1 mese. A fare ricorso in appello, i difensori dei tre, gli avvocati Pamela Ranghino, Lorena Fornarelli e Fabrizio Cardinali, che a Novara avevano sostenuto come non fosse stato sequestrato nulla in termini di droga.
mo.c.