Scoperto un nuovo bersaglio molecolare per la sindrome di Duncan

ROMA - Un gruppo di ricerca internazionale ha scoperto per la prima volta una possibile strategia terapeutica per una malattia genetica rara nota con il nome di sindrome di Duncan. Questa sindrome, generalmente asintomatica, si manifesta con una mononucleosi infettiva fulminante scatenata dal diffuso virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli herpes virus.
I ricercatori, in particolare, hanno individuato un nuovo bersaglio molecolare dal nome ”DGKa” e hanno dimostrato in modelli animali che attraverso l’inibizione della sua attività è possibile bloccare la malattia. Obiettivo futuro sarà sviluppare nuovi farmaci la cui efficacia potrà essere valutata in studi pre-clinici per avviare studi clinici di fase 1.
Lo studio reso possibile grazie a un finanziamento della Fondazione Telethon è stato coordinato da Andrea Graziani, professore di biochimica all’Università Vita-Salute San Raffaele e già professore presso l’Università del Piemonte Orientale, in collaborazione con l’Uniformed Services University of the Health Sciences, Bethesda e il St. Jude Children’s Research Hospital, Memphis, East Lansing, e con il contributo dell’Università degli Studi di Siena e del National Institutes of Health, Bethesda.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.
Con il lavoro pubblicato su Science Translational Medicine i ricercatori hanno dunque dimostrato per la prima volta in modelli animali che è possibile bloccare la reazione immunitaria tipica della malattia attraverso la regolazione di DGKalpha. “Il nostro lavoro - spiega Andrea Graziani – fornisce per la prima volta la prova che questo enzima può diventare uno strumento terapeutico in grado di promuovere la morte e quindi l’eliminazione dell’eccesso di linfociti attivati che caratterizza la malattia. Obiettivo futuro sarà quello di sviluppare inibitori farmacologici di questo enzima per arrivare a una cura per la malattia ”.
v.s.
ROMA - Un gruppo di ricerca internazionale ha scoperto per la prima volta una possibile strategia terapeutica per una malattia genetica rara nota con il nome di sindrome di Duncan. Questa sindrome, generalmente asintomatica, si manifesta con una mononucleosi infettiva fulminante scatenata dal diffuso virus di Epstein-Barr (EBV), appartenente alla famiglia degli herpes virus.
I ricercatori, in particolare, hanno individuato un nuovo bersaglio molecolare dal nome ”DGKa” e hanno dimostrato in modelli animali che attraverso l’inibizione della sua attività è possibile bloccare la malattia. Obiettivo futuro sarà sviluppare nuovi farmaci la cui efficacia potrà essere valutata in studi pre-clinici per avviare studi clinici di fase 1.
Lo studio reso possibile grazie a un finanziamento della Fondazione Telethon è stato coordinato da Andrea Graziani, professore di biochimica all’Università Vita-Salute San Raffaele e già professore presso l’Università del Piemonte Orientale, in collaborazione con l’Uniformed Services University of the Health Sciences, Bethesda e il St. Jude Children’s Research Hospital, Memphis, East Lansing, e con il contributo dell’Università degli Studi di Siena e del National Institutes of Health, Bethesda.
Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science Translational Medicine.
Con il lavoro pubblicato su Science Translational Medicine i ricercatori hanno dunque dimostrato per la prima volta in modelli animali che è possibile bloccare la reazione immunitaria tipica della malattia attraverso la regolazione di DGKalpha. “Il nostro lavoro - spiega Andrea Graziani – fornisce per la prima volta la prova che questo enzima può diventare uno strumento terapeutico in grado di promuovere la morte e quindi l’eliminazione dell’eccesso di linfociti attivati che caratterizza la malattia. Obiettivo futuro sarà quello di sviluppare inibitori farmacologici di questo enzima per arrivare a una cura per la malattia ”.
v.s.