Rigettata l’eccezione di incompetenza territoriale: il processo Di Giovanni resta a Novara

NOVARA - Eccezione d’incompetenza territoriale rigettata, martedì 15 marzo in Tribunale a Novara, all’udienza per sette dei 14 personaggi coinvolti nell’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese), indagine che nel dicembre 2014 aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si articolava in tutta Italia, con vittime sino in Lazio, Lombardia, Veneto e in altre province del Piemonte. Questa tranche del processo, pertanto, nonostante le richieste dei difensori dei sette, rimane a Novara.
L’udienza è stata aggiornata all’11 aprile. Le udienze saranno poi ogni tre settimane, fino a
NOVARA - Eccezione d’incompetenza territoriale rigettata, martedì 15 marzo in Tribunale a Novara, all’udienza per sette dei 14 personaggi coinvolti nell’operazione “Bloodsucker” (sanguisuga in lingua inglese), indagine che nel dicembre 2014 aveva permesso di sgominare un presunto giro di usura, che partiva da soggetti residenti nel Novarese, ma si articolava in tutta Italia, con vittime sino in Lazio, Lombardia, Veneto e in altre province del Piemonte. Questa tranche del processo, pertanto, nonostante le richieste dei difensori dei sette, rimane a Novara.
L’udienza è stata aggiornata all’11 aprile. Le udienze saranno poi ogni tre settimane, fino a luglio. Alla sbarra si trovano i cugini Ignazio e Ignazio Di Giovanni, rispettivamente 32 e 41 anni, Francesco Pirrello e Angelo Migliavacca, Pierluigi Baglivi e Domenico Geraci e Pasquale Caiazzo. Questi ultimi due, carabinieri, non hanno nulla a che fare con il giro d’usura. Sono accusati di falso. Agli altri, invece, la Procura contesta a vario titolo l’associazione a delinquere e una serie di episodi di estorsione, usura e riciclaggio.
mo.c.