Il Comitato Amici dell’Ospedale Ss. Trinità di Borgomanero si schiera con i sindaci del territorio per chiedere alla Regione di rivedere i criteri di ripartizione della spesa sanitaria pro capite assegnata all’Asl di Novara che risulta essere la più bassa in ambito piemontese. «E’ una vergogna», tuona il presidente del Comitato Romano Pandin che ha convocato una
Il Comitato Amici dell’Ospedale Ss. Trinità di Borgomanero si schiera con i sindaci del territorio per chiedere alla Regione di rivedere i criteri di ripartizione della spesa sanitaria pro capite assegnata all’Asl di Novara che risulta essere la più bassa in ambito piemontese. «E’ una vergogna», tuona il presidente del Comitato Romano Pandin che ha convocato una conferenza stampa per esprimere la preoccupazione per i tagli alla sanità che rischiano di penalizzare ulteriormente gli utenti e la qualità dei servizi. All’incontro erano presenti l’ex assessore comunale Gaetano Vullo e Giovanni Lo Grasso, referente di zona dello Spi, il sindacato dei pensionati Cgil. «Invitiamo formalmente i rappresentanti novaresi in Regione, Augusto Ferrari, assessore alle politiche sociali, e il consigliere Domenico Rossi, a perorare la nostra causa – dice Pandin – affinché vi sia in tempi rapidi un’inversione di rotta evitando ulteriori penalizzazioni e tagli». Sotto osservazione da parte del Comitato è anche il pronto soccorso dell’Ospedale cittadino dal quale nel 2015 sono transitate 43.800 persone. «Numeri da capogiro – dice Pandin – già lievitati a seguito della chiusura dell’Ospedale di Arona e destinati ulteriormente a crescere se anche l’Ospedale di Omegna verrà ridimensionato. Dove si rivolgerà se non a Borgomanero chi abita nel Cusio, in Valle Strona e nelle zone limitrofe? E’ una situazione assolutamente intollerabile anche perché quando era stato costruito il nuovo pronto soccorso non era stato previsto che questa struttura avrebbe dovuto servire un bacino di utenza sempre più ampio. Basti guardare la sala d’aspetto. E’ assolutamente ridicola: al massimo può accogliere dieci persone, non esiste un distributore di bevande calde, molto utile soprattutto di notte nei mesi invernali, e non è neppure collegata a dei servizi igienici. Bisogna poi intervenire anche per evitare gli intasamenti del pronto soccorso da parte degli utenti che nel “triage” vengono accolti con il “codice bianco”, pazienti cioè che per risolvere i loro problemi potrebbero tranquillamente rivolgersi al proprio medico curante. Il problema – dice Pandin – potrebbe essere affrontato con il potenziamento del servizio di Guardia Medica e con l’apertura, accanto al pronto soccorso, di un ambulatorio che potrebbe essere gestito a rotazione dai medici di base. E per scoraggiare gli utenti con “codice bianco” è indispensabile che venga loro richiesto il pagamento del ticket previsto dalla normativa vigente».
Carlo Panizza